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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Do I Wanna Know?” – Arctic Monkeys
Ti svelo un segreto: quando esiste un divieto, stai pur certo che la curiosità umana si spingerà al di là di ogni ostacolo pur di infrangerlo. Niente è più dolce del proibito, soprattutto se quel “no” viene pronunciato privo di senso logico. Alcuni popoli conoscono la costrizione al silenzio meglio di altri, ma la domanda di cui forse non vogliamo conoscere la risposta è: siamo sicuri di poterci permettere di guardare solo il palo negli occhi degli altri e non nel nostro?
Sappiate che l’Italia è agli ultimi posti in Europa in quanto a libertà di stampa: l’indice dei libri proibiti della Chiesa è stato abolito solamente nel 1966; la pubblicazione di alcuni libri, nel corso del tempo –anche molto recente-, è stata terribilmente ostacolata a casa nostra e a casa dei nostri “vicini”. Ecco alcuni libri che potreste avere nella libreria senza conoscere la loro storia di banditi.
Imprimatur: tecnicamente, permesso concesso dall’autorità ecclesiastica per opere direttamente o indirettamente attinenti alla religione. Ma di attinente alla religione c’era ben poco quando papa Innocenzo XI, nato Benedetto Odescalchi, nel lontano ‘600, aveva favorito l’ascesa di un sovrano protestante al trono d’Inghilterra per questioni legate alla sua casata.
Il duo Monaldi & Sorti si è affidato agli archivi vaticani per ricostruire un pezzo di storia nascosta con i suoi segreti e dargli vita in un incredibile romanzo storico, intitolato proprio “Imprimatur”. Il libro ha da subito riscosso grande successo in tutto il mondo, tranne –epilogo terribilmente scontato- in Italia. Imprimatur io ce l’ho, ma in un edizione olandese, poiché solo nel recentissimo 2015 è finalmente dalla lista dei libri “introvabili”. Monaldi & Sorti, per ovvi motivi, vivono in Austria.
Il Codice da Vinci è un libro molto noto, ma per farvi capire le ragioni per cui è diventato quasi “proibito” è bene rispolverare al volo la trama.
Un uomo muore misteriosamente dentro il museo del Louvre, in una scena –indimenticabile, per chi ha letto il libro- che trasuda simbolismo in ogni suo sanguinoso punto di vista. Si decide di fare l’unica cosa sensata: chiamare un simbolista, Robert Langdon, che, studiando il crimine insieme alla nipote della vittima, arriva –per nessi logici che starà a voi scoprire- a dover analizzare il cenacolo di Leonardo da Vinci.
Da quell’analisi finale, Langdon ha una serie di illuminazioni eretiche: l’uomo vicino a Cristo non sembra tanto un uomo. E quella “V” che le posizioni dei loro corpi creano nella composizione rimanda molto al simbolo della donna… Insomma, pensare ad una donna lì è Eresia con la lettera maiuscola. Dan Brown, autore del thriller, non ha fatto altro che unire teorie e letture apocrife degli scritti sacri per scrivere, anche lui, un bestseller. Il Codice da Vinci rimane proibito in Libano.
Questo ultimo paragrafo è dedicato ai divertenti capricci dei potenti più che a veri e propri segreti da insabbiare. In alcuni stati dell’America, anche “Alice nel Paese delle Meraviglie”, “Harry Potter”, “Ulisse” di James Joyce e “Il Mago di Oz” non hanno avuto vita facile. Cosa unisce il mondo allucinogeno di Alice con la magia di Hogwarts, l’infedeltà di Molly e le scarpette rosse di Dorothy?
Illazioni varie ed eventuali su comportamenti poco ortodossi, ritratti di oscenità, burrobirra ed altre magie in grado di richiamare i demoni sulla terra. Ma la verità è una e rimane una soltanto: le parole, quelle incastrate bene, sanno appassionare. Chi non lo sa fare anche se dovrebbe, rosica. E rosicare, d’altronde, è umano: c’è solo da sperare che non si perseveri.
Written by: Alice Franceschi
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