Soundtrack da ascoltare durante la lettura:”Billie Jean” – Michael Jackson
Fine anni 70. Un giovane Michael Jackson incontra Paul McCartney. Gli chiede: “Cosa dovrei fare per avere successo?”, una domanda che sulle prime lo prende alla sprovvista. Jackson era già un artista di successo mondiale: era il leader dei Jacksons 5. La punta di diamante di una famiglia già talentuosa a livelli imbarazzanti. Certo, la carriera solista era un altro discorso. Non era tutelato dai suoi fratelli.
Probabilmente Jackson temeva che non avrebbe trovato mai la sua identità musicale fuori dalla famiglia e, per questo, aveva chiesto dei consigli.
Paul gli dice che avrebbe dovuto trovare un buon produttore, fare degli ottimi video musicali e singoli d’impatto. Così Michael Jackson pubblica Thriller. Roba da poco. Ha ben 38 anni ma rimane il disco più venduto al mondo.
Una produzione d’eccezione
Jackson prende i consigli di Paul e li eleva all’infinitesima potenza. Il comparto lavorativo è formato da nomi d’eccezione: Quincy Jones, Bruce Swedien, la lista è infinita, formata dal meglio del meglio. Non contento Jackson riesce a far suonare nel disco il turnista più voluto degli anni 80: Steve Lukhater, chitarrista dei Toto. È proprio lui ad a dare a Quincy l’idea di chiamare Eddie Van Halen per farlo suonare in Beat it. Steve aveva già collaborato con Quincy per The Dude, Paul McCartney e Elton John. Il suo grande pregio è lo spirito d’adattamento: è capace di oscillare tra blues, al jazz a riff più decisi. Il tutto decorato da un grandissimo perfezionismo che andava a braccetto con il modus operandi di Jackson.
Thriller non vuole essere un album con singoli d’impatto, ma un album solo di singoli. Il divario tra questi e Off The Wall è abissale: il primo vero lavoro da solista del cantante parla molto di più il linguaggio del tempo al punto che alcuni brani sembrano datati. Le sonorità di Thriller con le dovute eccezioni, puntano ad essere immortali. L’unica pecca è il contributo di Rod Temperton: Baby be Mine e Lady in my Life sono i punti deboli di un disco perfetto.
Jackson a differenza di Off The Wall ha la libertà artistica che desiderava: il ruolo di co-produttore gli permette di sperimentare e scrivere di più. Un’occasione perfetta per dimostrare al mondo che le etichette dei generi gli stanno strette perché la sua cultura musicale è molto più ampia. Thriller spazia da sonorità funk, rythm and blues, rock e disco. Tra le numerose influenze spicca Hot Space dei Queen, che all’epoca venne stroncato per le sue sonorità disco-funk. Jackson si sbilanciò fino al punto di dire che senza Hot Space, Thriller non sarebbe esistito.
Billie Jean e Motown25: una canzone che fa la storia
Poco dopo il rilascio del disco, Michael Jackson fa anche la storia della televisione. Nell’83 viene trasmesso uno speciale per festeggiare i 25 anni della Motown. Gli artisti di punta dell’etichetta avrebbero cantato i loro grandi successi. Nella schiera di ospiti ci sono anche i Jacksons 5, che cantano brani immortali come I’ll Be There e I Want You Back. Sipario. Michael ora è solo sul palco. Vestito con un blazer scintillante prestatogli da sua madre, un Fedora e il suo iconico guanto bianco, Michael alla platea:
“Devo dire che questi erano i bei vecchi tempi. Momenti magici. Tutti i miei fratelli. Anche Jermaine. Erano belle canzoni. Mi piacciono molto. Ma mi piacciono soprattutto…” Qualcuno urla: “Billie Jean!” Michael continua e guarda fisso la telecamera. “…le canzoni nuove.”
La linea di basso parte, con un gesto indossa il cappello e inizia a ballare. Il pubblico impazzisce. Ma è verso la fine che esplode in un boato: il re del Pop per la prima volta sfida le leggi della gravità e esegue il Moonwalk per la prima volta. È la consacrazione definitiva del cantante come artista solista. Quel momento magico viene visto da 47 milioni di spettatori: il 35% dei possedenti TV negli Stati Uniti.
Billie Jean e l’importanza di abbattere le barriere
Billie Jean ha fatto la storia perché ha aperto la strada al modo moderno di concepire i video musicali. Esclusi i Beatles, che a volte sperimentavano con la promozione dei singoli, la maggior parte delle band eseguiva il pezzo e nient’altro. Michael Jackson costruisce una storia attorno al video, e negli anni affinerà la tecnica fino a creare dei veri e propri cortometraggi.
Il re del pop in un anno stava infrangendo già ogni record possibile. Eppure era snobbato da MTV. Nata appena due anni prima di Thriller, Jackson ne vede le potenzialità e decide di registrare un video con cui lanciare il singolo. La rete non aveva mai trasmesso artisti di colore. Se lo faceva, era a tarda notte. Pochi artisti denunciarono il razzismo sistematico dell’emittente, tra cui Bowie. Walter Yenkitoff, presidente della Epic, minaccia l’emittente: se non avesse trasmesso Billie Jean avrebbe ritirato i suoi artisti non di colore. MTV cede e trasmette il video due mesi dopo la sua effettiva uscita. Il successo è straordinario.
Gli indici di ascolto stellari portano MTV a trasmettere Jackson a rotazione. Diviene il primo artista di colore a promuovere video sull’emittente. Grazie al suo impatto, i video di Prince, Rick James e Lionel Ritchie trovano spazio anche loro nell’emittente.
Thrillerè un capolavoro che ha abbattuto le barriere razziali e ha creato un’America prima della separazione tra musica nera e musica bianca. Ad oltre 38 anni di distanza resta l’album definitivo.
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