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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Memories” – Maroon 5
Non ci stancheremo mai di dirlo. Mangiare non vuol dire solo nutrirsi, alimentarsi. Andare al ristorante o assaggiare un piatto particolare è un’esperienza, una storia. Che va ricordata. Impossibile ricordarsi tutti pasti, certo. Tuttavia, è più facile che condividiamo momenti significanti della nostra vita nel contesto conviviale per eccellenza, il pasto. Anzi, questo momento è più probabile che risulti qualcosa di indimenticabile. La memoria è strettamente collegata all’alimentazione.
Noi di voicebookradio.com vogliamo rinfrescarvi la memoria. Non solo proponendovi di rileggere tutti gli articoli di questa rubrica Talking Food , ma ricordandovi un assunto fondamentale. Il cibo fa bene. Nel senso che non solo ci rende felici, ma agisce attivamente sul nostro organismo, su tutti gli organi, compreso il cervello. E una delle funzioni più importanti per la nostra vita è la memoria.
I vecchi ricordi
La nonna diceva sempre, indicando uno sconditissimo filetto di merluzzo: “Mangia, che fa bene alla memoria”. Vecchia saggezza popolare. Vera in parte. Non ci sarebbe alcun legame tra il famoso fosforo contenuto nei pesci – tra l’altro contenuto in maggiori quantità in noci e frutta secca- e la memoria. E’ pur vero che certi tipi di pesce, specie quello azzurro, oltre che fare bene al cuore, favoriscono la protezione neuronale. Solo protezione. Nessun cibo può rigenerare le cellule del cervello come per altri organi. Le cellule cerebrali una volta perse sono perse per sempre.
Costruire una corazza contro il deteriorarsi del tempo o per causa di agenti esterni è sempre utile. E ciò che mangiamo influisce notevolmente.
Ma lungi da noi discorrere di argomenti scientifici che non ci competono, ci fondiamo sull’opinione comune e sul vero che, nonostante tutto, esso contiene. Ciò che è assolutamente falso è il detto “la memoria del pesce rosso”. I pesci in realtà sono in grado di sviluppare una memoria a lungo termine che permette loro di evitare le trappole dei pescatori e i luoghi dove è più comodo cibarsi. Altrimenti morirebbero ogni 5 secondi come il detto popolare impone.
Altro sforzo della nonna, pane e cioccolato fondente. Io volevo la Nutella. Pare che i carboidrati del pane e i sali minerali del cioccolato fondente aiutino la memoria e ci permettano di affrontare meglio i processi cognitivi più difficili. In pratica ci aiutano di superare più facilmente un esame di matematica con più facilità. E con tutta la felicità che dona il cioccolato! Ma non posso confutare la tesi della nonna. Non mi è venuto in mente di fare una statistica di quanti compiti di matematica mi sono andati bene grazie a pane e cioccolato. A saperlo prima…
Il fatto certo…
Esiste una sorta di black list dei cibi che interferiscono in maniera quasi terroristica sulla capacità neuronale, e quindi sulla nostra capacità di mettere in pratica le informazioni immagazzinate.
Spot pubblicitari di bambini sorridenti che cominciano a studiare mostrando la merendina o il succo di frutta non esistono, tanto meno le bibite gassate. Infatti, ora che ci penso, in tutte le pubblicità i bambini la prima cosa che fanno tornando a casa è lanciare lo zaino dall’altra parte della stanza e dirigersi verso il frigo. Poi a giocare con il cane nel giardino, ma di libri neanche l’ombra. La “reclame” può illudere ma non mentire. Legalmente.
Tuttavia un certo legame tra sviluppo della memoria e grassi esiste e non va sottovalutato. Quelli sani ovviamente. Ogni tipo di junk-food è da considerarsi bandito, ma non solo per la mente.
I dolcificanti e in generale gli zuccheri semplici, favoriscono l’apporto energetico nell’immediato. E’ un fatto noto. Ma il cervello ha un funzionamento diverso. Con un bel piatto di pasta dopo un paio d’ore si può fare una bella
partitella a calcetto, ma in quelle due ore può succedere di tutto, ad esempio appisolarsi con facilità. Gli zuccheri più complessi, come quelli contenuti negli alcolici… beh, dicono che servono per dimenticare, quindi sono fuori dal discorso.
In conclusione, una notizia dolorosa: Le farine raffinate farebbero molto male alla nostra memoria. Uno studio scientifico australiano sostiene che esiste un rapporto tra disturbi dell’apprendimento e della memoria e il consumo regolare di pizza.
Chi scrive, che non è uno scienziato, sostiene che l’unico rapporto che si può avere con la pizza è di amore. E certe cose si possono anche dimenticare.
Written by: Andrea Famà
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