Professoressa licenziata dopo solo due settimane di lavoro. Incompetente? Forse. Molto più rilevante probabilmente il fatto che l’insegnante, Giovanna Cristina Vivinetto, è transessuale. La donna dopo tre giorni di malattia è tornata a scuola ed è stata subito convocata nell’ufficio della preside, che le ha comunicato la notizia dell’allontanamento dalla scuola. I motivi del licenziamento sono i seguenti(esposti anche in un post Facebook scritto da Giovanna stessa):
1) sono indietro col programma;
2) spiego troppo velocemente (contraddizione con il primo punto);
3) quando spiego sembro confusa e insicura, a tal punto che non si capisce dove voglia andare a parare;
4) non riesco a farmi rispettare dai ragazzi;
5) le mie spiegazioni sconfinano su argomenti non attinenti al programma;
6) non riesco a fare presa ed essere coinvolgente;
7) non ho la tempra del docente perché, per “vocazione”, sono una poeta tout court;
8) la mia forma mentis è troppo “da scrittore e letterato” e poco da docente, e questo significa che “da artista” quale sono, le mie spiegazioni sono improntate a cose che non hanno attinenza con la realtà, ma a voli pindarici tipici degli artisti lunatici e imprevedibili.
Tutto ciò sarebbe stato detto dai ragazzi, quegli stessi ragazzi che non appena hanno saputo del licenziamento hanno inviato a Giovanna messaggi per esprimere il loro dispiacere per l’accaduto. Altra contraddizione, ma forse è solo un caso.
Il fatto che più sconvolge è che tutto ciò è avvenuto a scuola, un luogo di formazione, di educazione, il luogo per eccellenza in cui i pregiudizi dovrebbero scomparire. Come possiamo insegnare ai ragazzi ad essere fieri delle loro molteplici diversità se appena ne hanno una davanti questa diventa un motivo di esclusione? Altro avvenimento che dà molto da pensare è che a comportarsi in modo corretto stavolta siano stati i ragazzi e non gli adulti, i giovani hanno saputo abbracciare la diversità, cosa che sembrerebbe non essere riuscita molto bene ai più grandi.
La scuola dovrebbe quindi preporsi l’obbiettivo di formare individui che sappiano scegliere e giudicare coscienziosamente e lucidamente, affinché questi possano essere pronti a relazionarsi con tutto ciò che è “fuori” dalla scuola. Stavolta però questo non è avvenuto e la scuola sembra abbia sbagliato approccio. L’istituto sostiene che il licenziamento sia avvenuto in base a motivi didattici, tuttavia, vista la situazione, il dubbio è più che lecito.
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