Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Born to be wild” – Steppenwolf
Non esagero a pensare che ognuno di noi abbia almeno un paio di jeans nel suo armadio. E’ sempre interessante risalire all’origine di un oggetto oggi così comune, perché alla fine sono proprio le cose di tutti i giorni, quelle che diamo per scontate, che presentano le storie più originali. Per quanto riguarda il famoso pantalone dal tipico colore blu, bisogna andare indietro al XV secolo. Nella città di Chieri, comune di Torino, veniva prodotto il fustagno, un tessuto di cotone e lino. Ogni città usava “ingredienti” diversi, tant’è che spesso il nome del tessuto veniva designato col nome della città di provenienza. Proprio da questa usanza ha origine il nome proprio del pantalone, poiché il fustagno, che veniva usato per vestire i marinai genovesi, era chiamato, dai francesi, bleu de Geanes, blu di Genova, che starebbe alla base del termine bluejeans. Dal XVI secolo in poi il materiale cominciò ad essere importato da Genova. Il jeans trovò poi grande sviluppo soprattutto in America, come pantalone da lavoro, quando nel 1853, in seguito alla scoperta dell’oro in California, Levi Strauss fondò a San Francisco la Levi Strauss & Co., che ancora oggi è la casa di produzione di jeans più conosciuta.
Nel 1871, il sarto Jacob Davis creerà il tipico jeans in denim, aggiungendo i classici rivetti di metallo come rinforzo per le parti più inclini all’usura, come le tasche. Infine, nel 1890, scaduto il brevetto, altri produttori si cimenteranno nella creazione di jeans. Due su tutti, C. C. Huddson e Harry David Lee daranno origine alle altre due famose marche del pantalone: Wrangler e Lee. Fino al secondo dopoguerra, il jeans rimase un indumento prettamente lavorativo, usato per lo più da cowboy, minatori, contadini e cercatori d’oro. Sarà solo in seguito al conflitto che il jeans diventerà l’abito casual che è tutt’ora, solcando l’oceano e arrivando in Europa. Negli anni a seguire il jeans diventerà quasi uno status e non è da sottovalutare l’impatto che i divi del cinema e della musica, quali James Dean e Elvis Presley, hanno avuto in special modo sui giovani, tra i primi ad usare i jeans al di fuori dell’ambito lavorativo e a “lanciare” la moda.
La relazione tra Giacomo Leopardi e Antonio Ranieri era, per il poeta, un dono prezioso ed era molto affezionato al coinquilino. Questo affetto viene riscontrato e affermato ancora nella lettera appena ritrovata che il poeta ha spedito ad Antonio prima che lo raggiungesse a Napoli.
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