È tutto il resto: Talking Heads, il fronte dell’uomo qualunque e la morte del rock
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Isn’t she lovely” – Stevie Wonder
Nel giorno del suo 71 compleanno voicebookradio.com rende omaggio all’icona della black music per eccellenza che, in oltre mezzo secolo di carriera, ha regalato hit immortali e splendide sonorità soul e pop, passando per il reggae.
Eccentrico e visionario, con uno sconfinato talento musicale che ha espresso in grande stile già a 11 anni, arrivando in seguito a suonare magistralmente chitarra, basso, tastiera, batteria, percussioni ed armonica a bocca.
Il periodo d’oro arriva negli anni Settanta, quando s’impone con un’originale rivisitazione della musica nera, con largo ricorso ad accorgimenti tecnici che faranno scuola per la gran parte della musica contemporanea e continuano ad essere oggetto di studio. Soprattutto di ispirazione anche per i giovanissimi. Nel decennio successivo dirotta verso il pop-soul, in funzione più commerciale, scelta che gli vale la conquista delle classifiche di mezzo mondo, oltre a innumerevoli riconoscimenti, su tutti l’ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame.
Con hit immortali quali Superstition, I Just Called to Say I Love You (colonna sonora del film La signora in rosso, che nel 1989 gli vale un Oscar per la “migliore canzone”), Isn’t she Lovely, Lately, ha conquistato negli anni ben 25 Grammy Awards. Ma da sempre lo ricordiamo anche per il suo infaticabile impegno sociale e per la lotta in prima linea per i diritti civili che gli sono valsi l’investitura del Presidential Medal of Freedom (la più alta onorificenza civile statunitense) da parte di Barack Obama nel 2014. Ma Wonder non è nuovo alle onoreficienze, infatti le Nazioni Unite lo avevano già premiato, anni prima, con la nomina di “Messaggero di Pace” nel 2009.
“Tutte le vite sono importanti. Ma lo sono solo se valgono anche quelle dei neri”
sosteneva l’artista sui social nel giugno 2020.
Ma questo suo pensiero non ha evidentemente trovato un buon epilogo. Nonostante l’inizio della presidenza di Biden, per la quale Wonder si era speso durante la scorsa campagna elettorale, e nonostante le manifestazioni del Black Lives Matter dell’ultimo anno. E così il musicista annuncia l’addio all’America:
“Mi trasferisco in Ghana. Negli Stati Uniti c’è troppo razzismo”.
A suggellare questo impegno così sentito e profondo per le cause civili, il buon Stevie, ci ha regalato duetti indimenticabili, incrociando più volte i microfoni con nomi altrettanti straordinari impegnati tanto quanto lui. Primo fra tutti Sting, con il quale ha condiviso la splendida Fragile in occasione del Giornata per le Nazioni Unite del 2012. Come un messaggio di pace unificato, a doppio cuore. Lo stesso brano lo cantarono di nuovo insieme in occasione del concerto per il sessantesimo compleanno di Sting.
Un momento altissimo, di sconfinata passione e raffinatezza.
Ed è così che oggi voglio fargli arrivare gli auguri di compleanno. Con un tocco suggestivo. Intimo. Indimenticabile!
Written by: Valentina Proietto Scipioni
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