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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Love Shack” – The B-52’s
Oggi per voicebookradio.com ce ne andiamo a Firenze a conoscere Mirko Vignozzi, in arte Stelleconfuse, il più importante protagonista della Sticker Art in Italia.
La storia di Stelleconfuse inizia nel 2008. Lui crede fortemente nel potere dell’arte e nei messaggi che si possono lanciare grazie ad essa, ma decide di percorrere una strada inusuale.
Infatti si esprime attraverso degli stickers molto creativi. E comincia a diffonderli in tutto il mondo. Tra questi ci sono quelli che appartengono al progetto “Plant-a-Tree” o meglio “Pianta un Albero” che mi farò raccontare meglio da lui.
Lo scorso anno ho fotografato un suo adesivo a Roma, vicino al mare. E da lì è partito tutto. L’ho contattato, gli ho inviato le mie foto dell’, adesivo e ho iniziato a seguirlo sui social innamorandomi delle sue creazioni. Semplici, dirette, immediate.
” E’ stato il mondo della Sticker Art che mi ha scoperto quando ho iniziato ad attaccare i miei primi sticker a Firenze e successivamente a pubblicarne le foto sui social network dell’epoca (Myspace e Flickr). L’idea iniziale era quella di creare dei quadri in cui erano presenti stencil su temi sociali. E, successivamente, portarli in strada con poster, flyer e sticker. Non sapevo quindi che esistesse la Sticker Art. Ma una volta diffusi i miei primi sticker in città sono stato contattato da altri artisti da tutto il mondo che realizzavo sticker artistici per effettuare scambi o per partecipare a eventi sul tema.
I messaggi che ancora continuo a lanciare con i miei sticker sono di tipo sociale, l’intenzione è quella di sensibilizzare le persone su tempi soprattutto legati all’ecologia e all’amore universale”.
“Reanaissance is Over” non è stato un vero e proprio collettivo, ma un insieme di artisti che volevano attraverso la loro arte rompere gli schemi dell’arte fiorentina ancora ferma al rinascimento. Il progetto “Renaissance is Over” è nato come evento all’interno di un locale storico fiorentino, in cui gli artisti Stelleconfuse, Nian, Apo, 5074, Jamesboy e Otti hanno realizzato durante la serata dei dipinti su dei pannelli di legno. I pannelli realizzati furono utilizzati assieme ad altri quadri per un’esposizione alla galleria Puzzle di Firenze, in questa occasione espose insieme a loro anche l’artista Exit/Enter.
Successivamente fu aperta una pagina Facebook e realizzati una serie di sticker con i nomi di alcuni artisti che si muovevano nell’area fiorentina (non solo quelli degli eventi raccontati in precedenza) che avevano in comune, in quel momento, la visione di andare contro l’arte rinascimentale l’unica veramente riconosciuta a Firenze. Il gruppo è rimasto particolarmente attivo per alcuni anni, adesso è rimasta solo la pagina Facebook dove raramente viene postato qualcosa. L’attuale situazione dovuta al Covid-19 che non ha permesso di investire come sempre nell’arte rinascimentale come attrattore turistico, potrebbe trasformarsi in un’occasione per dare pari dignità e promozione a tutte quelle correnti artistiche e di conseguenza agli artisti contemporanei fiorentini che non hanno mai avuto la visibilità che meriterebbero”.
“Il mondo dell’arte sono riuscito a inserirlo anche nel mio lavoro come educatore professionale in un centro per ragazzi autistici a Firenze: il laboratorio di espressione artistica (che è stato anche l’oggetto della mia tesi di laurea in educazione sanitaria) si basa su un’attività di tipo terapeutico in cui gli strumenti e i materiali artistici diventano un mezzo per aumentare la qualità di vita e quindi il benessere degli utenti del centro. All’interno del laboratorio sono presenti strumenti tradizionali come pennelli, pennarelli e pastelli, ma anche altri meno convenzionali come spugnette e cannucce.
Oltre a questi strumenti, ne ho costruiti altri di tipo sperimentale per aiutare i ragazzi che presentano difficoltà motorie. O per fargli sperimentare nuove esperienze sensoriali.
L’approccio del laboratorio di espressione artistica è molto diverso rispetto a un tradizionale insegnamento di una scuola d’arte. Viene data importanza ai sensi che entrano in gioco nell’atto di dipingere o disegnare mentre il prodotto finale diventa solo il pretesto per vivere un’esperienza”.
“Il progetto “Plant a Tree” fin dalla nascita ha avuto un’impostazione di propaganda. Per questo la sua diffusione a livello mondiale è sempre stata una mia priorità. Attraverso il sostegno di altri artisti o semplici appassionati ho diffuso tramite posta i miei sticker e poster in tutto il mondo.
A volte mi è capitato di arrivare in alcune città in cui non ero mai stato e aver trovato i miei sticker su qualche cartello stradale o su uno sportellino del gas.
La sensazione è bellissima. Perchè so che una parte di me ha raggiunto luoghi che mai visiterò ed è stata vista da persone che mai incontrerò… ma in qualche ho modificato quei luoghi e dialogato con quelle persone.
Prima del covid ho anche viaggiato molto realizzando stencil in giro per l’Europa. Alcuni sono stati cancellati da tempo, ma altri resistono da qualche anno. Come quello che ho realizzato a Bristol e il murale creato in collaborazione con l’artista francese PanPan a Parigi. Anche in questo caso è un’emozione essere taggato dalle persone che li fotografano. Mi ricordano di essere stato in quei luoghi e che le mie tracce sono ancora ben visibili.
Ma la cosa più bella in assoluto sono le collaborazioni con altri artisti a distanza. Persone che reinterpretano il progetto “Plant a Tree” dando una loro personale visione. Una dell’ultime esperienze è stata con l’artista indonesiano Farahn Siki che ha realizzato opere con il logo dell’albero stilizzato nella sua città Yogyakarta”.
“Ti ringrazio per questa domanda perchè non ci avevo mai pensato ed è stato divertente trovare una canzone che potesse rappresentare il mio modo di fare arte.
Le mie opere sono state e lo sono tutt’ora contaminate da altri artisti. Per cui una canzone che le rappresenti deve racchiudere un po’ tutte queste anime ed essere coerente con i messaggi che voglio trasmettere attraverso i miei lavori.
La scelta è caduta su “Love Shack” dei The B-52’s. Il brano racchiude, infatti, più sonorità (rock, punk e pop), il gruppo ha un immaginario che ben si allinea con la Pop Art (mia fonte d’ispirazione). E soprattutto perchè è una canzone che parla di amore universale”.
Per seguire Stelleconfuse sui social ecco il link: https://thewhitebooks.wixsite.com/thewhitebooksInstagram
Written by: Valentina Proietto Scipioni
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