Zack Snyder’s Justice League, l’epilogo tanto atteso
Tempo di lettura 4 minuti Il ritorno della Justice League in un film ricco di emozioni e che rende onore a Zack Snyder
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Oggi, 20 marzo 2021, è il compleanno del prossimo presidente della giuria del festival di Cannes 2021, Spike Lee, uno tra i registi afroamericani più amati ma anche criticati esistenti. Amato perché senza peli senza lingua e senza paura di mostrare, con i suoi film, il lato più oscuro delle cose. Criticato, forse, per lo stesso motivo.
Una carriera lunga che non finisce di sorprendere, di portare agli occhi di tutti verità più o meno nascoste, che a tratti neanche vorremmo vedere. Ma è fondamentale che tutti conoscano. E lui, col suo lavoro di regista e di attore, ha sempre ripreso cercando di trasmettere storie di afroamericani che combattono ogni giorno. Spesso senza armi e subendo ogni colpo.
È così che racconta la storia di Lola Darling, il suo esordio al lungometraggio. Una donna nera che vuole essere libera sessualmente. Era il 1986, e parlare di questi argomenti era eversivo, quasi inaccettabile. Ma Spike non si è fermato. È di tre anni dopo Fa’ la cosa giusta, un film così lontano ma anche così attuale da far rabbrividire. Nel giorno più caldo dell’anno si intrecciano le vite di tutti i personaggi di un sobborgo di Brooklyn. Una narrazione che sembra sfociare nel 2020, senza mezzi termini.
E così anche in Malcolm X, 4 little girls, BlacKkKlansman. Ma si è spinto anche oltre. Come è nel suo modo di fare regia, Spike Lee ha sempre capito come la storia di alcuni possa essere la storia di tutti. Le Torri Gemelle e la loro scomparsa lo hanno colpito fin da subito: un attacco terroristico non solo a delle costruzioni, a uno dei tanti simboli americani per eccellenza, ma soprattutto alle persone, ai newyorkesi.
È per questo che La 25ma Ora, film del 2002, ha un’impronta così cupa. Non solo per la storia di Monty e la sua ultima giornata a piede libero prima di finire in carcere per spaccio. Le Torri Gemelle sono ricordate già ai titoli d’inizio, con due fasci luminosi che sovrastano lo skyline di New York a ricordare dove si trovavano. Toccante è, poi, la scena in cui Monty e il suo amico si affacciano alla finestra e davanti a loro c’è il Ground Zero.
“Cambi casa?” “Cazzo, no. Neanche se Bin Laden ne lanciasse un altro contro il palazzo accanto.” Dicono i due personaggi.
“Per questo abbiamo trasformato New York in un personaggio della storia, trattandola come una città ferita, popolata da persone che cercano semplicemente di vivere le proprie vite“
Spike Lee
Un sentimento forte, che ancora oggi Spike Lee non vuole far passare inosservato. Lavorerà, infatti, a una docu-serie per HBO che tratterà proprio questo argomento. A dimostrare ancora una volta la perseveranza di una città che non si è arresa, neanche quando è stata messa in ginocchio. Immediato è il parallelismo con la situazione attuale, tra pandemia e Covid-19: un nuovo nemico senza volto, con cui è così difficile combattere.
L’amore per la città dimostrato già diverse volte prima, come anche nel corto New York, New York, in cui la città si mostrava completamente vuota sulle note della voce di Frank Sinatra, ritorna, ancora più forte. Come New York.
Buon compleanno, Spike Lee!
Written by: Sara Claro
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