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Musica

Sono Renato …il più romano dei romani

today30 Settembre 2022

Background
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Il Mercante di Stelle” – Renato Zero 

72 anni per il più romano fra i romani. Renato Zero festeggia il compleanno con un tripudio di “sorcini” che inondano il Circo Massimo a Roma.

Che abbia cavalcato i decenni è un dato di fatto. Che la sua musica abbia accompagnato generazioni intere anche. C’è ben poco da fare, a Roma il buon Renato è un’istituzione inamovibile, ma lui è cittadino del mondo e lo amano ovunque. Sarà che ha toccato le corde degli animi di migliaia di persone, sarà per quel suo fare un po’ sbruffone, sarà per la generosità della sua arte e per la grandezza del suo animo e della sua poesia.

 

renato zeroSe pensiamo al perfetto istrione che padroneggia il palcoscenico non può venirci in mente che lui. Interprete di brani che sono entrati a far parte della memoria comune e che, a tutt’oggi, ancora raccontano tanto della sua profonda umanità personale ed artistica.

E’ un personaggio a tutto tondo, Renato Zero. Ha provocato i tempi, li ha anticipati, li ha elettrizzati con più di cinquecento canzoni scritte per sé e per gli altri toccando con rara sensibilità l’amore tanto quanto temi etici e sociali.

“Il mio indirizzo è la follia!”

A partire dagli anni settanta ha dato tutto di sé, uscendo da canoni e schemi prestabiliti e seguendo l’onda di chi, oltre Manica, stava cambiando il panorama musicale con la stessa, vorticosa convinzione. Un’esile figura androgina e ambigua scuoteva le coscienze del tempo obbligando il pubblico a fare una scelta. Prenderlo sul serio lasciandosi portare dalle sue poesie oppure opporsi.

renato zero

Renato Zero è sempre stato un personaggio che ha diviso. “O lo ami o lo odi” direbbe qualcuno. Perché si è sempre esposto camminando su quella linea sottile che pochi hanno avuto il coraggio di varcare. Ma, una volta scavalcata, apre il cuore a meraviglie!

“In cambio del tuo inferno ti do due ali.

Ti do quello che il mondo distratto non ti da.”

Figlio dei tempi

E’ figlio del suo tempo, Renato. Figlio di quelle rivoluzioni sociali e di costume che agitavano l’Italia dagli anni sessanta in poi. E si è sempre fatto trovare pronto al cambiamento. Anzi lo ha preceduto tante di quelle volte da risultare spesso “inopportuno”. E forse pure un po’ scomodo. Ma sempre leale verso il suo pubblico usando le canzoni per colpire dritto al cuore.

Lacrime, risate, ricordi. Ogni disco, ogni concerto è stato un’evoluzione vertiginosa dei suoi mille volti, dei tanti personaggi portati in scena, delle infinite sfumature d’anima che ha sempre nutrito dentro. Con lo stile del perfetto artista glam che nel suo camerino nasconde segreti e svela i suoi tanti eroi, uno dopo l’altro. Costume dopo costume, piuma dopo piuma, come un caleidoscopio che contiene un arcobaleno di paillettes.

Le mani della gente

E il riverbero della sua arte è sempre rotolato giù dal palcoscenico fino a toccare le mani della gente. Con umanità. Mettendoci sempre la faccia.

Il suo rapporto diretto col pubblico è stato un gran punto di forza che gli ha permesso nel tempo di restare fermo lì. Intoccabile. Senza passare mai di moda. Senza sembrare mai in ritardo con la tabella di marcia. Senza restare indietro, ma anzi guardando sempre incredibilmente avanti.

“Imbroglialo anche tu , quel buio che non ha ,
La nostra fantasia, la nostra libertà”.

La conquista di Circo Massimo 

E’ notizia di questi giorni il successo straordinario che sta riscuotendo con le serate live al Circo Massimo di Roma. Doveva essere la festa per i suoi 70 anni, ma, causa Covid, è stata rimandata di due anni.

Tre ore e mezza di spettacolo cariche di meraviglia. Ricche, piene, esaltanti. Renato le ha aperte con una dedica in musica e parole alla sua Roma e ai suoi fedeli “sorcini”. E poi un inedito a sorpresa, dal titolo Quel bellissimo niente, che omaggia la capitale dove tutto iniziò.

“Eravamo ragazzi, persi in mezzo alla gente. Quanti sogni rincorsi tra vicoli e piazze di questa città e bastava un vecchio pianoforte dentro un bar, mi sembrava imponente quella gioia da niente. Quante vite mi hai lasciato vivere, Ci sei stata da sempre mia bellissima gente. Abbi cura di te. E di me.”.

renato zero

Cambiare pelle

Una festa meravigliosa, stracolma di tutta l’essenza che Renato ha riversato nella sua arte anno dopo anno. Non solo un susseguirsi di successi musicali, ma anche di abiti di scena che hanno fatto storia.

“Cambiare pelle tante volte mi ha permesso di riconoscere la mia. Ero la mia bandiera: unico cittadino di quella terra di Utopia che ho sempre abitato”.

Praticamente un concerto antologico in cui il re dei sorcini non si è risparmiato, ripercorrendo la sua carriera lunga 55 anni e i suoi 44 album. In scaletta ben 32 canzoni che stanno mandando in visibilio la platea.

Ma nessuna festa è degna di questo nome senza gli amici. E allora al Circo Massimo si sono uniti Jovanotti, i Neri per Caso per Inventi, Morgan, Fabrizio Moro, che ha emozionato tutti portando in dono la tuba che aveva al suo primo Palaeur, “arrivata dopo 15 anni”, e Giorgio Panariello che ha divertito con gli aneddoti legati alle imitazioni di “sua santità Renato”.

Altri amici, “parenti stretti” li chiama lui, arriveranno nei prossimi giorni. Sul palco anche un’orchestra di 50 elementi, una superband composta da 7 musicisti, otto coristi, 23 ballerini.

Prossimo appuntamento di Zerosettanta live oggi, 30 settembre e il 1 ottobre. Vada a goderselo chi può.

renato zero

Nel frattempo, buon compleanno, meraviglioso Renato!

Written by: Valentina Proietto Scipioni

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