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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Ridere” – Pinguini Tattici Nucleari
Se vi chiedessi di pensare ad una tortura che fa ridere, probabilmente verrebbe in mente a tutti la stessa cosa: il solletico.
Rabbrividisco ancora al ricordo delle mie amiche delle elementari quando mi chiedevano con quella vocina bianca e angelica:
“Tu lo soffri il solletico?”
E dopo, senza attendere la mia risposta, verificavano di persona, solleticandomi dappertutto.
Queste sono quelle cose che ti traumatizzano per il resto della vita.
Ma al di là di questo: cos’è il solletico, scientificamente parlando?
Nonostante gli studiosi abbiano approfondito più volte la questione, non è ancora molto chiaro come si verifica questo fenomeno.
Non si sa quali siano i meccanismi che lo provocano e perché si sia evoluto nell’essere umano.
Ci sono, però, alcune cose che si sanno al riguardo.
Ad esempio, in passato fu utilizzato come metodo di tortura.
Si tratta, infatti, di un fenomeno molto complesso che ha a che fare con la stimolazione di recettori tattili della pelle. I segnali, poi, vengono trasmessi al cervello, attraverso vie nervose, generando quella sensazione che tutti conosciamo.
Sicuramente, i meccanismi riguardano anche la percezione e il controllo dell’azione.
Insomma, tutte queste parole complicate per dire che il solletico è collegato al cervello e al sistema nervoso.
Le scimmie antropomorfe soffrono il solletico e questo ormai è un dato certo.
Se stimolate in certi punti ridono a crepapelle. La cosa buffa è che non ridono come noi: emettono versi particolari, chiaramente riconducibili a specifiche vocalizzazioni identificabili come risate.
Pensate che secondo alcune ipotesi la risata si è sviluppata nelle scimmie tra i 10 e i 16 milioni di anni fa.
Beh, la risata è presente da moltissimo tempo sulla Terra... Questo mi consola!
Non si può mai sapere: vi potrebbe capitare di trovarvi sul divano con il vostro fratellino o la vostra sorellina più piccola e se uno dei due scatena la guerra di solletico… è bene conoscere i punti deboli dell’avversario.
Perciò, tenete a mente che le zone che percepiscono di più il solletico e che sono più sensibili ad esso sono le ascelle, i fianchi, la pancia, il collo – questa già la sapevate – le orecchie, i piedi e l’incavo del ginocchio.
Non mi resta che augurarvi una buona battaglia e… che la forza del solletico sia con voi!
Scritto da: Benedetta – 2G
Written by: Aurora Vendittelli
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