Dopo anni di uno dei più grandi studi sulla genetica dell’orientamento sessuale, ecco finalmente arrivare la risposta della scienza: no, non esiste alcuna traccia nel DNA in grado di determinare questo aspetto personalissimo ed assolutamente imprevedibile nella vita di ciascun individuo.
Non è una malattia, non è un singolo gene e non è nemmeno una mutazione: è quanto di più evidente emerge dalla lunga ricerca scientifica appena pubblicata su Science, i cui risultati sono esposti e spiegati con il supporto della comunità LGBTQ e di esperti della comunicazione su questo sito web.
Come viene puntualizzato sia nell’articolo sia in successivi interventi di Andrea Ganna del Broad Institute of Mit and Harvard lo studio, che ha coinvolto un campione di 470mila individui di ogni genere, non ha mai avuto la pretesa di prevedere il comportamento sessuale di una persona alla stregua di una aberrazione della “normalità”, bensì quello di “comprendere le basi genetiche del comportamento sessuale come parte della diversità umana, come può essere l’altezza o il colore degli occhi”.
In particolare, in questo massivo sequenziamento di migliaia di DNA differenti sono state identificate:
Cinque varianti genetiche significativamente associate al comportamento omosessuale. (…) Parliamo di significatività statistica, il cui valore pratico è davvero limitato. In altre parole, se anche qualcuno volesse sulla base del nostro lavoro tentare di prevedere l’orientamento sessuale di una persona a partire solo dal suo DNA avrebbe una capacità di previsione di un massimo del 25%. In sostanza inutile.
Andrea Ganna
Senza contare che questi marker genetici devono fare i conti con innumerevoli fattori ambientali e sociali, alcuni già individuati, altri tutti da scoprire per comprendere sempre di più il complesso, meraviglioso mondo della biologia comportamentale umana.
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