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Musica

Simon Le Bon: ecco perché avremmo voluto sposarlo

today27 Ottobre 2020

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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Ordinary World” – Duran Duran

Il frontman dei Duran Duran, Simon Le Bon, nasceva il 27 ottobre 1958 a Bushey, in Inghilterra.

Sotto alcuni punti di vista, lui è gli anni Ottanta. Era adorato dalle adolescenti di quegli anni, folli per il suo stile. Simbolo dell’immaginario dell’epoca, grande compositore di testi rimasti nella storia.

Da sempre incoraggiato dalla madre a convincersi dal suo talento, canta fin da bambino. Ha delle buone doti recitative, tanto da girare uno spot pubblicitario di un detersivo. Frequenta il Pinner County Grammar School, lo stesso istituto dove, in quegli anni, studiava tale Elton John. Non si ferma mai, recita, canta, nel 1978 va in Israele per lavorare in un kibbutz. Si dedica poi del tutto alla recitazione, studiando arte drammatica all’università.

Simon Le Bon nel 1987

E quando tornò in Inghilterra, venne a sapere che una band cercava un cantante. Simon era fidanzato, e fu proprio la sua ragazza a convincerlo a fare il provino. Lui ne aveva già fatti, per altri gruppi, e in alcuni era entrato a farne parte. Fin dalla sua prima apparizione al nuovo gruppo è riuscito a colpire nel segno. Si presentò, infatti, al provino dei Duran Duran con dei pantaloni rosa leopardati. Per il viso ricordava Elvis Presley, e con quell’abbigliamento confermava la sua eccentricità. Fondamentale la sua capacità di scrivere i testi, requisito molto importante per essere ammesso nel gruppo. E così, quel giorno, un nuovo tempo per la musica anni Ottanta aveva inizio.

La loro rivoluzione musicale è condizionata molto dal periodo storico. Fanno parte della corrente New Romantic, la “seconda invasione britannica”, e la loro produzione appartiene al new wave ma anche al synth pop. La tecnologia è onnipresente nelle loro canzoni. È questione di suoni ma anche di immagini: impressionanti i loro video musicali, per cui furono al centro dell’attenzione mediatica diverse volte. L’impatto sul pubblico è immenso, tanto da ricreare quell’isteria vista già con i Beatles. Ma i tempi erano diversi, e i Duran Duran hanno saputo cogliere l’essenza degli anni e inserirla nei loro album. Una vasta discografia, con moltissime copie venute, e una produzione che dura fino ai nostri giorni.

Le Bon è un’icona, del suo tempo e della bellezza dei divi della musica. Le adolescenti lo amavano, molte avevano nelle loro camere da letto i poster col suo viso. In un certo senso, il suo “rivale” era John Taylor, altro membro della band: anche lui vantava, infatti, diverse fan. Ma c’erano anche ragazze che seguivano gli Spandau Ballet, altra band seguitissima di quegli anni. Spandau e Duran erano davvero rivali, per quanto riguarda il contendersi la celebrità. Il romanzo di Clizia Gurrado -e il film tratto da questo- Sposerò Simon Le Bon è abbastanza esplicativo su quanto figure del genere potessero scatenare emozioni incontrollabili nelle giovani ammiratrici. Queste due opere danno, poi, un quadro dettagliato sulla Milano dell’epoca. Tipici i paninari e la loro moda, fatta di Moncler e Timberland e uno stile di vita ispirato al consumismo e agli Stati Uniti.

Le Bon ha avuto diversi problemi alle corde vocali, che spesso l’hanno fermato nelle tournée. Si innamorò della modella Yasmin Parvaneh sfogliando una rivista, chiamando l’agenzia di moda per poterla incontrare. La sposa nel 1985, dopo una lunga relazione con Claire Stanfield. Dal matrimonio ha avuto tre figlie, e dal 2018 è anche diventato nonno. È un grande tifoso del Manchester United e ama le barche a vela. Ha fatto un grave incidente in moto e rischiò anche la vita in seguito al capovolgimento del suo yacht. 

Simon Le Bon e John Taylor nel 2015

Nonostante una breve pausa tra il 1985 e il 1986, i Duran Duran ancora creano, insieme. La loro popolarità è rinata negli anni Novanta, dopo un leggero declino. Sono riusciti ad adeguarsi ai tempi nuovi, continuando a produrre fino ad oggi. E Simon Le Bon ne è ancora il frontman. Tanti auguri, Simon Le Bon!

Written by: Sara Claro

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