Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano “Dark Horse – Katy Perry”.
Alle pendici dell’Etna, nella Valle del fiume Alcantara, spuntano delle misteriose piramidi immerse nella vegetazione. Un tempo si riteneva fossero strutture di recente costruzione, realizzate dai contadini della zona, tuttavia, tramite uno studio più approfondito sulle aree circostanti, ultimamente si è scoperto che queste potrebbero essere le tracce di antiche civiltà ormai scomparse. Un vero e proprio enigma archeologico, per cui gli esperti si interrogano anche su sentieri e canali scovati nei dintorni.
In questa zona finora sono state scoperte qualche decina di piramidi: strutture alte all’incirca 10 metri e larghe dai 20 ai 30 metri, caratterizzate da scale, gradoni e talvolta altari sommitali. A gradoni o coniche, su base rotonda o quadrata, intatte o semi-distrutte, queste costruzioni sono state erette con la tecnica della posa delle pietre a secco, posizionando blocchi di roccia vulcanica secondo uno schema ben preciso.
L’archeologa ed egittologa francese, Antoine Gigal, ha notato come tutte queste piramidi siano state realizzate in modo che le rampe o le d’accesso, portino ad una vista privilegiata sull’Etna, cosa che potrebbe far pensare a una sorta di culto di adorazione del vulcano.
Per alcuni ricercatori, a realizzare queste misteriose piramidi potrebbero essere stati i Sicani, popolo di cui non si hanno grandi notizie e che visse in queste zone prima dell’arrivo dei Siculi. Secondo altri, invece, sarebbero opera dei Šekeleš (o Shekelesh), tribù della confederazione dei Popoli del Mare, proveniente dal Mare Egeo, che alcuni archeologi ritengono essere gli antenati dei Siculi o gli stessi Siculi. La presenza degli Šekeleš in Sicilia, sarebbe testimoniata dal ritrovamento di anfore identiche a quelle trovate ad Azor, in Israele. Si ipotizza dunque che questo popolo di navigatori si sia spinto fino alle isole Canarie, dove sono stati rinvenuti manufatti del tutto simili a quelli etnei.
Ciò che salta all’occhio infatti è la somiglianza architettonica delle piramidi siciliane a quelle situate a Güímar, nelle Canarie un tempo abitate dai Guanci, popolo che oggi è abbastanza conosciuto grazie a svariate ricerche genetiche e archeologiche. Si ritiene infatti che appartengano alla stessa etnia dei popoli che hanno edificato le piramidi siciliane, avvalorando la tesi che queste misteriose piramide siano opera di un antico popolo.
Recentemente l’associazione Free Green Sicilia – Beni Culturali ha lanciato un appello per salvare le piramidi etnee da eventuali speculazioni edilizie, che potrebbero cancellare per sempre queste testimonianze del passato. Nel frattempo la Gigal sta coordinando un team di studiosi per svelarne tutti i segreti e ha più volte esortato le autorità locali alla protezione di un simile patrimonio.
Difatti, se le ipotesi fossero confermate, si tratterebbe di un tesoro unico, in un contesto ambientale che è già inserito nella World Heritage List dell’UNESCO: un lungo percorso archeologico a cielo aperto, che porrebbe l’attenzione sul profondo e antico legame tra l’uomo e il vulcano.
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