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Cinema e TV

Sergio Leone, il western cala il tris

today3 Gennaio 2021

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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Il Buono, il Brutto, il Cattivo” – Ennio Morricone

Era il 3 gennaio 1929. Vicino a un importante monumento di Roma, la Fontana di Trevi, nasceva a Palazzo Lazzaroni uno dei più grandi registi di tutti i tempi, Sergio Leone.

Sergio era figlio di Roberto Roberti, pseudonimo di Vincenzo Leone, importante autore di film muti, e della famosa attrice Bice Waleran. Si può dire che il cinema, Sergio, ce l’aveva nel sangue. Fervente antifascista e amante del grande cinema hollywoodiano, Leone comincia la sua carriera partecipando come assistente volontario a uno dei capisaldi del Neorealismo, Ladri di biciclette. Aveva solo diciotto anni. Il suo primo film da regista uscì, però, nel 1961, ed era Il Colosso di Rodi. Una pellicola legata molto ai peplum, genere cinematografico minore in costume, a cui Leone era molto interessato. Ma la sua produzione vede l’esplosione in tutt’altro contesto. 

sergio leone

I film western erano tipicamente americani: l’esaltazione del far west come nucleo da cui poi sarebbero nati gli Stati Uniti. Una narrazione su cowboy di animo buono che dedicavano la propria vita ad aiutare il prossimo. Il genere annovera nomi come John Ford e Howard Hawks, due registi fondamentali per la storia del cinema. E Sergio, di western, ne aveva visti molti, tanto da analizzarli e farli propri. È su queste basi, infatti, che nasce Per un pugno di dollari, il primo film della cosiddetta trilogia del dollaro

sergio leone

Non solo l’ispirazione da Akira Kurosawa e dal suo La sfida del samurai, e neanche solo da Ford e Hawks. Il lungo apprendistato presso registi di fama internazionale come Mario Bonnard e Mario Camerini ha portato Sergio a una maturità registica fuori dai canoni tradizionali. Il suo primo western ha un sapore tutto nuovo, che non si era mai visto prima. Era un western all’italiana, genere già frequentato da altri registi e definito, quasi sarcasticamente, spaghetti western. Ma era, soprattutto, un western alla Leone. Movimenti di camera indagatori, che non lasciano spazio a interpretazioni. Primi piani che hanno fatto scuola, letteralmente. Protagonisti misteriosi e cupi, che superavano gli eroi buoni tipici del genere, capovolgendoli. Il tutto contornato da una musica avvolgente e coinvolgente, del compagno delle elementari di Leone, Ennio Morricone. L’inizio di una leggenda.

sergio leone

Un giovane Clint Eastwood e un inimitabile Gian Maria Volonté sono i volti principali di un film rivoluzionario. Lo Straniero e Ramòn, una storia di scontri tra famiglie, frasi che sono diventate iconiche. Una per tutte: “quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, l’uomo con la pistola è un uomo morto”. Una storia che continuerà, anche se non nella trama, nel successivo Per qualche dollaro in più, con Eastwood come Il Monco e Volonté come El Indio. Ancora negli sterminati spazi del far west, ancora il mistero e la brutalità, osservati da un punto di vista totalmente nuovo. Un’indagine invasiva del mondo interiore dei personaggi, così oscuri e indecifrabili.

Completa la trilogia Il Buono, il Brutto, il Cattivo. Di nuovo Eastwood con Lee Van Cleef, già presente nel precedente film, e Eli Wallach. Un successo di pubblico incredibile e centosettantacinque minuti di storia del cinema. Una colonna sonora d’eccellenza, temi musicali riconoscibili da chiunque, anche senza aver mai visto il film. Ambientazione nella guerra di successione, in tutta la sua violenza e il dolore che ha provocato, smontando l’ideale della nascita degli USA osannato dai western americani. In una trama che si ripete senza essere ripetitiva, di nuovo storie di uomini dal passato misterioso che pian piano si svela, componendo un puzzle infinito che è fatto della storia dell’essere umano. Un capolavoro che culmina nella scena più citata del cinema, lo stallo alla messicana in un cimitero. Un gioco di sguardi, movimenti di macchina, musica crescente, mani alle pistole. 

sergio leone

E poi C’era una volta il westGiù la testa e C’era una volta in America, l’ultimo film di Leone, quasi il suo testamento artistico. Dopo aver rivoluzionato il western, arriva a dettare le nuove regole del gangster movie, con la storia di Noodles e dei suoi amici. Leone, oggi, è considerato da molti come il più grande regista di tutti i tempi. A dirlo è soprattutto Quentin Tarantino, che del cinema italiano ha fatto sua fonte interminabile d’ispirazione.

Oltre ad essere nostro grande orgoglio, Leone non ha mai smesso di essere un Maestro, a tutti gli effetti. Intorno a lui non c’era solo Morricone -che, effettivamente, ha trovato con l’amico Sergio il suo trampolino di lancio. Leone ha, infatti, affiancato anche un giovane Carlo Verdone nella produzione del suo primo film Un Sacco Bello. Un sodalizio e un’amicizia durati fino alla morte dell’immenso regista, il 30 aprile 1989. 

Questo era Sergio Leone: un uomo, una leggenda.

Written by: Sara Claro

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