Tutti noi vorremmo portare a termine i nostri compiti nel modo migliore ma, a volte, questa sana spinta verso il “far bene” può mutare in una vera e propria ricerca della perfezione.
Come distinguere queste due condizioni?
Caratteristiche di una sana ricerca dell’eccellenza:
– l’errore non è considerato come un fallimento personale, bensì come un’opportunità per apprendere;
– non c’è il timore che gli altri ci vedano “incapaci”;
– non c’è la convinzione che occorra guadagnarsi l’amore degli altri facendo colpo su di essi: le persone ci accettano così come siamo;
– lo sforzo per il successo dona appagamento e soddisfazione;
– creatività ed esaltazione durante il processo di tentativi ed errori.
Caratteristiche del perfezionismo problematico:
– paura di fallire;
– insoddisfazione costante per i propri risultati, anche qualora essi siano positivi;
– convinzione che gli altri abbiano delle forti aspettative e che la loro approvazione dipenda dalla riuscita delle performance;
– gli sbagli sono cause di autocritiche e di forti sentimenti di fallimento personale;
– timore delle critiche altrui;
– bassa autostima e conseguente necessità di “dimostrare” il proprio valore.
Fondamentalmente, un perfezionista si pone degli obiettivi troppo elevati (a volte anche irrealistici) ed evita di cimentarsi in attività nuove, nelle quali non è sicuro di eccellere.
Tutto ciò è accompagnato da ansia anticipatoria (“sarò in grado di farlo?”), stress e un profondo senso di frustrazione.
Se ti senti eccessivamente perfezionista:
– inizia a dare il giusto valore ai tuoi successi;
– chiediti cosa accadrebbe se un tuo caro non raggiungesse un obiettivo: lo considereresti meno degno del tuo amore?
– prendi in considerazione l’idea di rivolgerti ad uno psicologo.
Quanto ti senti perfezionista da 1 a 10?
Di Andrea Valitutti
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