Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Underneath The Mango Tree” – Monty Norman
Il primo, e più iconico, James Bond. Forse basterebbe solo questo a descrivere quanto, nell’immaginario comune, Sean Connery abbia fatto breccia. E invece no. Non solo l’agente 007. È stato Re Artù, Guglielmo di Baskerville, il re Riccardo Cuor di Leone, e molto altro. Ci lascia oggi, 31 ottobre 2020, all’età di novant’anni, uno dei più grandi attori e interpreti del XXI secolo.
Scozzese, del sobborgo di Edimburgo Fountainbridge, ha origini umili. Nella sua vita ha fatto i lavori più disparati. Dal bagnino al muratore, fino ad arruolarsi nella Marina Militare, dovuta abbandonare per un’ulcera. Uomo dal fisico prestante, alto e bello, fa poi il modello. Nonostante la calvizie precoce, il suo fascino è penetrante. Rappresenta anche la Scozia in Mister Universo del 1953. È da qui che comincia la sua carriera nel cinema.
Dopo piccoli ruoli tra cinema e tv, partecipò ai provini per essere l’Agente 007. E venne scelto. È il 1962 quando esce Agente 007 – Licenza di Uccidere, e il successo è immediato e immenso. Ne usciranno altri sei con lui protagonista, e Connery diventò ufficialmente il volto più famoso di questo personaggio letterario creato da Ian Fleming. Intanto, Hitchcock lo aveva già ingaggiato per essere l’industriale Mark Rutland in Marnie, uscito nel 1964. E da lì in poi fece numerosi film, e uno dopo l’altro dimostrava la sua versatilità e la sua grande capacità attoriale. Una bellezza matura, che riusciva a conquistare non solo le protagoniste dei film ma anche fan di ogni età.
Sean Connery e Tippi Hedren in Marnie (1964)
Nel 1986 esce Il Nome della Rosa, tratto dal romanzo di Umberto Eco, altra incredibile interpretazione. Ma è nel 1987 che Sean venne consacrato ufficialmente. Personificò il poliziotto Malone in The Untouchables – Gli Intoccabili di Brian de Palma. È un personaggio incorruttibile, di grande impatto. Un uomo che deve relazionarsi con la criminalità di Al Capone durante il proibizionismo. Lui deve combatterlo, e per farlo utilizza le stesse armi del mafioso. Proprio per la sua grande prova attoriale, riceve un premio Oscar e un Golden Globe come Miglior Attore Non Protagonista. È poi il padre di Indiana Jones in Indiana Jones e l’Ultima Crociata, Riccardo Cuor di Leone in Robin Hood – Principe dei Ladri, Artù ne Il Primo Cavaliere. E sono solo alcuni dei ruoli che ha ricoperto nella quarantina di film in cui ha partecipato.
È insegnante di scrittura e di vita in Scoprendo Forrester, un uomo molto solo che scopre il valore dell’amicizia. Ma non vuole essere Gandalf nella saga de Il Signore degli Anelli. Perché decide di ritirarsi dalle scene, non vuole più recitare. È sempre stato molto riservato, ed era “stanco degli idioti”. Come non ha voluto legarsi a un solo personaggio all’inizio della sua carriera, alla fine di questa ha capito quando ritirarsi.
Una personalità molto forte. Calvo a diciannove anni, non ha rifiutato i parrucchini per i suoi ruoli nei film. Dopotutto, contribuivano a rendere la sua bellezza ancora più dirompente. Scozzese fin nel midollo, non ha mai smesso di essere fiero delle sue origini. Un tatuaggio sul braccio, le uscite in kilt, le battaglie per l’indipendenza. È stato nominato Sir dalla regina, nel 2000. Sean Connery non ha mai permesso a nessuno di essere un passo davanti a lui. E la notizia di oggi ha colpito tutti noi. Sean è riuscito a sorprenderci ancora.
La notizia del nuovo Dpcm, firmato da Giuseppe Conte, è stata un duro colpo per il mondo della musica e delle arti. Voicebookradio intervista artisti e addetti ai lavori per sapere cosa ne pensano.
Lucia on 31 Ottobre 2020
Ancora meglio degli altri questo articolo… É arrivato dritto al cuore