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Cultura

Se il pifferaio suona il piffero, il dirimpettaio cosa suona?

today9 Marzo 2022

Background
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Signorinella pallida” – Achille Togliani

Fra le parole italiane, specie fra quelle un po’ in disuso, alcune possono avere un suono davvero buffo, altre possono confonderci per come sono costruite perché sembrano indicare una cosa diversa dal significato che effettivamente hanno. La parola “dirimpettaio” ha entrambe le qualità.

Sul suono buffo c’è poco da dire: non c’è nulla di oggettivo e se è ovvio che un cinese o un tedesco possano non trovarla buffa, questo può valere anche per molti italiani, sia fra chi già conosce questo termine che fra chi lo ignora: ognuno ha i suoi gusti…

Dirimpettaio

Invece, che la sua costruzione sia particolare ed ambigua è un fatto, non a caso chi lo sente o legge la prima volta difficilmente riesce ad indovinare al volo di cosa si tratti. 

Per esempio…

Possiamo immaginare qualche scambio problematico fra chi conosce il termine e chi no:

E dimmi un po’, tu dove vivi, come sei sistemato: ad esempio hai un dirimpettaio?
– … be’ no… ehm, ho solo il solaio
– Come scusa?
– … ah e poi e vicino casa mia c’è un granaio sì,
– Forse c’è un po’ di confusione…
– Ehm… c’è pure un ginepraio pensa!
– Guarda, se non altro ho capito che vivi in campagna, quindi probabilmente non hai un dirimpettaio
– … e che ti dicevo io!?
– …

Oppure: – Hai gia conosciuto il tuo dirimpettaio?
– Ehm, no… cioè, non so… non è che poi mi serva davvero
– Eh? Ma che intendi?
– Oh, fin’ora non mi è mai servito
– … il dirimpettaio?
– Senti: quando mi serve il pane vado dal fornaio, se devo riparare una scarpa dal calzolaio, se voglio un orologio vado dall’orologiaio.
Finora non ho mai avuto bisogno di… boh dirimere petti (???) o qualunque cosa faccia, e non penso mi servirà mai nella vita!
– Amico, siediti, ti racconto una storia…


Se già conosci il termine ti sarai fatto due risate, spero. Se invece non lo conosci e stavi leggendo con nonchalance, sperando di arrivare prima possibile a capire “cosa suoni un dirimpettaio” e poter finalmente uscire di casa senza il rischio di fare una figuraccia, magari ti sarai ritrovato anche “in linea” coi dubbi e la confusione degli interlocutori immaginari che non conoscono questa parola, ti sarai chiesto che cavolo ci sia da ridere… e devo dire che
ne hai tutte le ragioni!

Ma non temere, prima di andare avanti te lo dico, perché sei arrivato fin qui e starai smaniando: dirimpettaio è chi vive di fronte a casa tua.

Dirimpettaio

“Ma come” dirai ora, “non potevi scrivere vicino di casa? “. Eh no fai attenzione: qui non si parla di un generico vicino di casa che può viverti sì di fronte, ma pure di lato, di dietro, sotto o sopra.

No, noi abbiamo questa parola speciale per indicare un vicino speciale: quello di fronte.

Ma perché è una parola difficile?

Ora che hai potuto tirare questo sospiro di sollievo ti dico che la parola è oggettivamente strana ed ambigua, e fa parte di quelle parole che non puoi sapere o intuire se non ti vengono insegnate… non è come aeroporto, che è scontato se sai cosa siano un porto ed un aereo, o conferenziere che a grandi linee è intuibile se sai cosa sia una conferenza.

E cosa la rende tanto particolare?

Tanto per cominciare, la fine: dirimpettaio termina in -aio, che è il suffisso che di regola indica sia un luogo in cui si mette o si trova qualcosa -granaio, vespaio, o carbonaia, legnaia, ecc- e sia una persona che fa qualcosa di specifico pifferaio, orologiaio, bambinaia ecc-, e questa duplicità basta già a renderlo ambiguo.

Il secondo elemento di confusione è che l’etimologia è un po’ curiosa, innanzitutto perché non rimanda precisamente al “di fronte”, quanto al “petto“.

In realtà dirimpettaio viene da “di rim-petto“, dove “rim” viene dalla particella “re”, che indica “contro” o “verso” -pensa a re-spingere-, e quindi chi ti vive “di rimpetto”, vive rivolto contro/verso di te, di fronte appunto.

Un giro decisamente un po’ lungo per un concetto semplice.

Come se non bastasse, la parola dirimpettaio è ancora più particolare perché mischia le persone e i luoghi, in un modo nuovo che, per quanto ne so, non si ha in nessuna altra “parola in -aio”: indica contemporaneamente una persona ed un luogo astratto -il di fronte- ma qui la persona non fa qualcosa, come il pifferaio, né il luogo contiene qualcosa di specifico, come il granaio.
Qui il luogo serve a definire la persona, che semplicemente sta lì senza fare nulla di ché.
Se hai in mente altre parole con la desinenza -aio che sfuggono alla regola, “persona che fa” o “luogo che contiene”, faccelo sapere!

Insomma, guardandola più da vicino capiamo come sia una parola unica, o almeno molto singolare, e quindi hai voglia a studiare le regole: per quanto uno possa conoscere anche i minimi dettagli sulle più minime cose, come tutti i prefissi, i suffissi e le particelle, fermarci e riflettere su alcune parole ci porta a capire che la lingua a volte è anarchica e per ogni regola tira fuori qualche eccezione, qualcosa di imprevedibile e incomprensibile se non si ha la saggezza di capire che è ora di mettere da parte le regole, che di solito ci servono, e, semplicemente, prendere le cose come vengono.

 

Written by: Emiliano Venanzini

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