Continua a sorprendere la vasta necropoli di Tuna el-Gebel, dell’antica Hermopolis Magna (odierna el-Ashmunein), che dopo i ritrovamenti del 2017 e 2018 torna ad essere teatro di nuove scoperte dall’incommensurabile valore storico: come è stato annunciato nella prima conferenza stampa ufficiale dell’anno dal Ministro delle Antichità Khaled el-Enany, sono state riportate alla luce da un gruppo di archeologi egiziani due tombe contenenti oltre 40 corpi mummificati in ottimo stato di conservazione.
Stando ai primi rilevamenti, gli ipogei in cui le salme hanno giaciuto per migliaia di anni si sviluppano attraverso una serie di camere scavate nella roccia e almeno cinque pozzi funerari. Attraverso un attento studio degli oggetti, del vasellame, e delle preziose iscrizioni redatte in geroglifico, copto, greco e demotico disseminate lungo gli ambienti, è stato possibile per gli studiosi constatare con un buon grado di precisione il lungo periodo di frequentazione delle tombe rinvenute: si parla di un arco temporale che va dall’Epoca Tarda (664-332 a.C.) all’Epoca Bizantina (IV-VII sec.).
Questo spiega in maniera convincente come mai i corpi mummificati, tra cui non mancano quelli di alcuni bambini, presentino diversi stati di conservazione e tecniche di inumazione, che spaziano dalla deposizione in sarcofagi in pietra calcarea, legno, e terracotta, alla semplice sepoltura in nicchie sulle pareti.
Di seguito, vi proponiamo alcuni degli scatti più significativi dell’importante scoperta:
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