Sabato sera, fine di una serata come tante. Max Pezzali cantava “stessa storia, stesso posto, stesso bar, non lo so che faccio qui“. Parafrasando, a non sapere minimamente n’è dove ci si trovi n’è il perché potrebbe essere proprio un vostro caro amico, che ha alzato di troppo il gomito, oppure, potresti essere proprio tu. E se la situazione dovesse degenerare, potrebbe arrivare il momento di contattare un’ambulanza. Sembra scontato, ma non è così. Chiamare i soccorsi per essersi ubriacati, infatti, sottrae il personale addetto a chi ha realmente bisogno di aiuto.
Per tutte queste ragioni, da giorni circola sul web una notizia che non è condivisa da molti: l’ambulanza potrebbe diventare a pagamento per chi fa uso eccessivo di alcool.
L’appello è stato lanciato sui social dall’Associazione “Nessuno tocchi Ippocrate” per mettere un freno a tutte quelle chiamate d’emergenza da parte di chi, volutamente, si provoca del male. La pagina sopra citata nasce proprio con l’intento di difendere e tutelare il personale sanitario nell’esercizio delle proprie funzioni.
L’idea dell’ambulanza a pagamento per alcune situazioni specifiche può non mettere tutti d’accordo, ma se per un istante ci mettiamo a pensare a chi, durante la stessa sera in cui ci siamo ubriacati, potrebbe avere avuto un incidente o essere in fin di vita, l’intento di questa proposta diviene subito più comprensibile.
Troppo spesso sono sopratutto i giovani a pagare le conseguenze di un cattivo rapporto con l’alcool. Ecco perché potrebbe esser questa un’ottima iniziativa per sensibilizzare sull’argomento, e infondere anche nei più piccoli il messaggio di come esistano varie alternative allo sballo di ogni sorta, più costruttive e, soprattutto, sane.
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