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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Due vite” – Marco Mengoni
Sanremo 2023 chiude i battenti. E c’è sempre un po’ di malinconia quando finisce un avventura.
Ci siamo lamentati degli orari notturni che ci hanno tolto il sonno, delle maratone sfiancanti che non finivano mai, delle pubblicità “inappropriate” che spezzavano il mood.
Ma da domani di chi e di che sparleremo? Perché si sa che noi italiani sappiamo calarci in qualsiasi situazione. Durante i mondiali eravamo tutti commissari tecnici, in pandemia eravamo tutti virologi. Durante la settimana di Sanremo ognuno di noi ha rispolverato la propria etichetta discografica immaginaria e si è trasformato in critico musicale o talent scout.
Tutti ci siamo detti cosa funzionerà, chi venderà di più, chi vincerà più premi. Dall’alto di una conoscenza improvvisata e pure un po’ presuntuosa sciorinata al bar, sull’autobus o in ufficio insieme ai colleghi, mescolata al caffè.
Ora il Festival è finito. Fra polemiche, discussioni, sorrisi di gioia e sorrisi di circostanza, delusioni e festeggiamenti. Come è giusto che sia. E allora stanotte non ci saranno più pagelle perché ormai i giochi sono fatti. Ci sarà un collage di emozioni, una serie di frame che resteranno negli archivi sanremesi a futura memoria del Festival del ritorno alla “normalità”. Dopo due edizioni pandemiche è stato il trionfo della sala di nuovo piena, del “mai più distanziati”, del “mai più mascherine”.
È stato l’anno di una nuova aggregazione, quella che ha riunito amici, colleghi, parenti intorno agli schermi per seguire le cinque serate.
Ecco il miracolo di Amadeus. Ha creato un Festival che ha riportato i giovanissimi all’ovile e ha aggregato di nuovo creando uno show pieno di realtà interessanti per chiunque. Dal gossip al tema sociale a tutti costi, dal risvolto trash alla novità musicale. Come succedeva tanti anni fa, quando c’era un’unica tv in bianco e nero e si faceva a gara per starci intorno insieme agli altri.
È stato il festival di tantissimi giovani artisti sconosciuti ai più, dai nomi strani, dai look improbabili e che hanno dato filo da torcere ai più “anziani”. E mai come quest’anno hanno avuto ampio spazio su quel palco tanto ambito.
È stato l’anno dei lustrini e delle paillettes a tutti i costi, del troppo elegante e del troppo casual, del “too much” da dare in pasto ai meme sui social.
E ogni anno c’è chi sorprende nel bene e nel male, emergendo da una massa di nomi, di generi e di storie. Qualcuno che spicca. Quello o quella che colpisce al cuore. Quello o quella che mette scompiglio. Quello o quella che scandalizza e fa da calamita col pubblico.
“Niente di nuovo” direte voi. Probabile!
Ma allora perché siamo di nuovo tutti qua? Forse semplicemente per nutrirci ancora una volta di quelle emozioni crescenti, esagerate, pure un po’ scombinate. Perché proprio non ne possiamo fare a meno di un calderone che comprenda tutto questo!
E allora i complimenti vanno ai cinque vincitori, tutti uomini stavolta, che hanno saputo dire la loro in modo diverso. Arrivando dritti all’anima delle cose con temi e tempi affatto semplici da gestire.
Il premio Sergio Bardotti al miglior testo è andato a un brano d’amore moderno che parlava di un addio, ma che ha portato a un matto. Quello dei Coma_Cose.
Il premio Giancarlo Bigazzi assegnato dall’orchestra di Sanremo 2023 è andato a Marco Mengoni. Votato all’unanimità! Ed è un riconoscimento fondamentale perché concesso direttamente da chi nelle canzoni ci è entrato dentro suonandole tutte.
Il premio della critica Mia Martini è andato a Colapesce Dimartino che hanno conquistato anche il Premio Sala Stampa Lucio Dalla.
A vincere la 73′ edizione del Festival è stato Marco Mengoni con Due vite. Dopo aver vinto venerdì sera anche il primo premio della serata cover e il premio dell’orchestra, è arrivato il terzo riconoscimento. Quello più importante di tutti.
Due partecipazioni e due vittorie. Schiaccianti, poderose, cariche di tutte le emozioni del mondo che Marco sa dare. Generosamente. Non solo con la sua voce, ma con l’umiltà di chi piange per una vittoria e di chi è grato a prescindere.
Dietro di lui un Lazza tesissimo e amareggiato per il secondo posto che è una gran vittoria vista la prima partecipazione e visto il parterre di artisti sotto al podio.
Al terzo posto Mr.Rain, al quarto Ultimo e al quinto Tananai. Un quintetto di realtà più o meno giovani che sono un ottimo spaccato di ciò che la musica italiana del momento offre.
La kermesse ormai è conclusa, caro Marco, prepara le valigie che Liverpool ti aspetta per l’Eurovision.
Vogliamo il Grande Slam!
Written by: Valentina Proietto Scipioni
Tempo di lettura 4 minuti
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