Questa settimana ci si stacca un po’ dai ragazzi di Sanremo Giovani, perché il carrozzone è entrato ufficialmente in moto. La prima conferenza stampa ha svelato ufficialmente il palco, oltre al primo spot pubblicitario. Mercoledì è stata la volta degli ascolti dei giornalisti, con i primi consacrati e i primi affossati.
Il Palco
Sulle note di Blade Runner a suon di luci stroboscopiche introducono un palco definito orgogliosamente futurista. Si, negli anni 80. I pannelli concentrici e le tonalità sul viola e sul blu più che proiettarsi per davvero in un’epoca lontana fanno il verso al revival fantascientifico misto all’estetica vaporwave. Tutta roba che andava di moda qualche anno fa. Ma l’Italia è campionessa nell’arrivare in ritardo sui tempi, questo è risaputo. In ogni caso una buona regia con inquadrature mirate per non far percepire il vuoto della platea e dietro al palco saranno essenziali per donare qualcosa di veramente bello da vedere.
Lo Spot
Fiorello versione deepfake -fatto un po’male- di Renzi invita gli spettatori a non guardare Sanremo. Tanto fa schifo. Psicologia inversa, sulla riga di Lady Gaga con la sua pubblicità “Don’t buy Applause.” Ad alcuni farà storcere il naso, ad altri farà ridere. Poi farà storcere il naso di nuovo. Non si può non definire audace, in ogni caso.
Le pagelle dei giornalisti
C’è da fare una premessa: prendete i voti con le pinze. Ha ragione la Venegoni a non dare voti, anche perché sono primi ascolti. Si può parlare di impressioni, ma niente di più. 26 canzoni di fila da ascoltare con una pausa di 15 minuti sono tante. È più che normale che qualcuno si perda nel marasma degli ascolti.
C’è grande attesa per Peyote: con un brano che inizia con una famosa citazione di Boris, vuole dare una fotografia dell’Italia di quest’anno. Poco importa se è brutta o non piace: è la realtà, né più e né meno. In un mare di canzoni e canzonette d’evasione, un sabotatore del festival dentro al festival: l’unico che sposta l’accento sui teatri chiusi. Contrapposti ma apprezzati allo stesso modo Colapesce e Dimartino con Musica Leggerissima: una celebrazione del potere evasivo della musica, che ci tira su anche nei momenti più bui.
Fronte comune sui favoriti del podio: Francesca Michielin e Fedez sono lanciati per il boom del televoto, al netto di sorprese. Ultimo insegna. Sottotono Ermal Meta che sembra perdersi tra immagini banali e Renga, che fa essenzialmente la stessa cosa.
Lo scorso anno Bugo e Morgan davano inizio al disastro che sarebbe stato il 2020. Tra fughe d’amore, amori tossici, amori finiti, e ancora amore il festival è ufficialmente iniziato. Non ci resta aspettare le canzoni e sperare che il monopolio di Dardust non renda Sanremo un po’ uguale.
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