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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Il Bene nel Male” – Madame
Siamo giunti alla fine di questo incredibile Festival di Sanremo, e quale modo migliore di goderselo se non in compagnia?
Una consulta di eccellenza, sfidando il sonno ed possibili vicini arrabbiati per gli schiamazzi, si è ritrovato nel salotto di Zahra per seguire e commentare – insieme ai giudici ufficiali – quest’ultima serata, condotta dal trio originale: Amadeus, Gianni Morandi e Chiara Ferragni.
Per i due amici che ormai abbiamo conosciuto in questi giorni, il drip è sempre il solito: brillantini delicati per Ama e velluto per Giannone; il discorso è invece diverso per Chiara. La co-conduttrice indossa un’armatura uscita direttamente da Dark Souls, – che dovrebbe rappresentare la madre guerriera – e degli accessori particolari: un paio di orecchini a forma di mina navale ed un amuleto fantasy a forma di corpo femminile ed utero.
Altre note di merito per questa serata sono gli ospiti: non stiamo parlando né di Gino Paoli od Ornella Vanoni, che era meglio lasciar riposare in pace, ma dei Depeche Mode, che si sono esibiti anche per promuovere il loro prossimo tour. Per l’ultima volta, ecco stilata la nostra classifica del Festival, ma con una differenza: non analizzeremo tutti i concorrenti, ma solo quelli che si sono distinti anche questa sera. Inoltre, annessi ai nostri pareri personali, troverete i giudizi della già citata consulta speciale.
Per il YCB Madame si conferma vincitrice indiscussa della 73esima edizione del Festival di Sanremo. Dopo averla vista esibirsi scalza con “Il bene nel male” in un look mozzafiato – sembrava di ritorno dal Festival di Woodstock -, nessuno aveva più dubbi. Ma Sanremo è imprevedibile…
“Comprendo che non abbia vinto per la questione del vaccino, ma il testo era magnifico, la voce pure, per non parlare dell’esibizione in generale. La scelta poi di parlare dell’amore dal punto di vista di una prostituta, semplicemente geniale. Meritava almeno di essere tra i Big 5.”
– Stefano
Secondo posto per Rosa Chemical: il Goat di questo Sanremo. Quando penseremo alla 73esima edizione, il nostro cervello, oltre a Blanco che distrugge il palco, materializzerà quella scena – Rosa e il bacio rubato a Fedez -. Per il resto, poco da dire: il suo outfit è una sottilissima critica ai canoni moderni del “perchè determinate parti del corpo si devono coprire”, mentre la canzone “Made in Italy” è, semplicemente, un trionfo dell’amore. Ma l’idea di vederlo premiato alle due di notte da Ama era, anche per lui, solo un sogno…
“Rosa Chemical è un decadentista. Il suo obiettivo è abbattere i canoni moderni o, per lo meno, dare loro una bella spolverata. Non credo sia differente dall’obiettivo dei poeti maledetti: far rivoltare le budella ai borghesi attaccati a dei chiusi valori morali.”
– Alessandro
Terzo posto per “Cenere” di Lazza che, contro ogni aspettativa, è stato apprezzato, ma non abbastanza. Non avrà convinto l’abito rosso fuoco scelto per l’occasione: questa è l’unica spiegazione che io e Alessandro siamo riusciti a darci.
“Artista poliedrico che apprezza la musica nella sua interezza. Non sputa ad esempio sul genere classico, anzi, ne riconosce la bellezza e l’utilità, specialmente nella creazione di brani musicalmente pazzeschi. Cenere ne è la dimostrazione:”
– Fabrizio
Quarto posto per la nostra pupilla, Ariete, per cui vale il detto “la prima impressione è quella che conta”. Aver toppato durante la prima serata deve aver causato una perdita di credibilità. Poco conta, però, perché Sanremo si è rivelato comunque un’occasione per crescere.
“Si è esibita la prima sera che era super emozionata, tant’è che ha stonato varie volte, ma è arrivata all’esibizione finale molto più sicura di se stessa e delle sue capacità. Lei è la dimostrazione che l’obiettivo non è arrivare primi sul podio, ma fare esperienze e imparare da queste.”
– Eugenia
Un gruppo di cinque ragazzi, tutti vestiti in modo estremamente elegante, scende le scale dell’Ariston e prende posizione.
“Bravi, la loro musica è fresca, ti prende e ti fa venire voglia di scatenarti.”
– Narges
Se solo non fossero i Colla Zio, che riducono l’atmosfera seria e ufficiosa di Sanremo ad una pista da ballo in stile ultra-pop, un po’ come negli anni passati hanno fatto i Pinguini Tattici Nucleari o Lo Stato Sociale. Assieme al buon Rosa, sono stati i più iconici di tutto il roster di cantanti di questa edizione, nonostante non fossero molto conosciuti.
Il quinto e ultimo artista nella classifica ufficiale del YCB è Tananai, che questa sera è uscito direttamente da un film cliché romantico americano. Utilizzando una citazione di Andrea Batilla “sembra pronto a portarci al prom della scuola con la sua Cadillac, con la sua bottoniera di grande importanza”. Tra l’altro, Tananai è uno dei pochi esseri umani a poter portare con grande stile un meraviglioso paio di occhiaie – io e Zah ci stiamo ancora lavorando -. E “Tango” quindi non è altro se non la soundtrack di un film mentale che non si avvererà mai.
“È salito sul palco dell’Ariston un Tananai completamente diverso da quello che abbiamo visto l’anno scorso. Basta vedere la scelta del genere musicale. Nonostante si sia conformato ai canoni sanremesi, è rimasto genuino, il Tananai di sempre.”
– Laura
La 73esima edizione del Festival della Canzone Italiana vede come vincitore Marco Mengoni, a seguire Lazza, Mr Rain, Ultimo e Tananai. Ora, togliamoci di dosso tutti i pregiudizi dovuti alle preferenze personali – tipo “lui è il mio cantante preferito!”– e cerchiamo di dare uno sguardo d’insieme oggettivo.
Il direttore artistico di Sanremo, Amadeus, nella scelta degli artisti ha avuto un occhio di riguardo per i giovani. Ha infatti selezionato numerosi concorrenti direttamente da Sanremo Giovani: Olly, Sethu, Shari, Colla Zio, Will e, prima di loro, anche Madame e Tananai. La prima critica riguarda quindi la posizione penalizzata degli artisti giovani nella classifica finale. Potrebbe quasi sembrare che il loro essere giovani li abbia condannati…
“Mengoni ne ha fatta di strada, ricordo ancora quando vinse X-Factor… Ne ha fatta di strada e ne faranno anche loro.”
– Valentina Proietto Scipioni
E lo ricorda non solo la nostra redattrice adult preferita, ma anche Amadeus stesso, che ha definito Sanremo “come il trampolino di lancio e non il punto di arrivo della loro carriera musicale”. Grazie Ama per aver addolcito la pillola, non sapevamo bene come accettare Tananai sotto Ultimo, Madame fuori dalla top 5 o Ariete con l’ansia negli occhi.
Ma ora tocca rendere la pillola di nuovo amara. Durante la visione delle varie serate, noi giudici ci siamo segnati i momenti che ci hanno fatto storcere il naso, per unirli e discuterli alla fine dei giochi. Chiara Ferragni è stata co-conduttrice della prima e dell’ultima serata di Sanremo. A prescindere dalla bravura con cui ha svolto questo compito – ovvero nella media – è stata costantemente vista come “la regina dei social”: “Chiara grazie per avermi fatto Instagram”, “Grazie a te ho milioni di followers” o ancora “Dammi lezioni di live”. Ecco alcuni dei tanti commenti che la dipingono, nonostante il discorso che lei abbia fatto durante la sua prima serata, esclusivamente come un’esperta di Instagram.
Ma passiamo a Mr Rain, che compra i voti di mezza Italia esibendosi con un gruppo di bimbi carini e coccolosi. Due di loro, a fine coreografia, prima di abbracciare il cantante, si guardano negli occhi in modo dolce e tenero. Maschio e femmina, ovviamente. Sanremo, dopotutto, è un Festival inclusivo, no?
Infine il Giannone, che ha, purtroppo, detto una frase che avremmo di gran lunga preferito non sentire.
“Bravi questi giovani perché sono stati particolarmente educati.”
– Gianni Morandi
Come a dire che sono stati bravi solo perché si sono posti in maniera educata, ringraziando sempre, e non perché talentuosi e capaci di confrontarsi con cantanti con molti più anni di esperienza di loro. Certamente ci sono anche lati positivi, ma Sanremo rimane ancorato alle tradizioni, non riuscendo a seguire il ritmo delle nuove generazioni. Parità di genere, cultura fluida, inclusività, e perchè no, anche gonne sui maschi. Ci aspettiamo dalle prossime edizioni un intrattenimento meno fittizio e più Rosa Chemical – ma neanche troppo che sennò addio ai Ferragnez -.
Scritto da: Zahra Javanmardi, Alessandro Vitrano
Written by: Alessandro Vitrano
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