Diceva il saggio Twitter che durante la settimana di Sanremo il giorno non è che un pendolo che oscilla tra una puntata e l’altra. Il giorno è un qualcosa di superfluo, men che meno il sonno: lo sa bene la gazza che ha deciso di svegliarmi alle sette della mattina. In tempo per Qualcosa alle 7 qui su voicebookradio.com, almeno.
La giornata della seconda serata si è aperta con il panico generale del caso Irama: due collaboratori positivi al test molecolare. Tragedia. Il protocollo avrebbe previsto la squalifica, ma, come ogni Sanremo che si rispetti, colpo di scena: si cambia il regolamento. Irama non canta sul palco, ma vengono trasmesse le prove generali che ha fatto a porte chiuse.
Fiorello ha deciso di continuare a farsi vestire da Achille Lauro, ma gli son morte le rose e si è tramutato in uno scopettino da bagno. L’assenza di pubblico, dopo gag ripetitive sulla platea vuota, è stata colmata da dei palloncini di altrettanto dubbio gusto… certo, certe forme erano evitabili. L’appello però ai giovani sentito e sincero è stato sicuramente apprezzato.
Apre la serata la gara dei giovani Wrongonyou, che riesce a spiccare il volo e a non cadere sul palco per diventare un meme vivente come tanto temeva. Passa dei giovani anche Davide Shorty, ma voicebookradio.com non ne aveva dubbio: un brano orecchiabile e al tempo stesso complesso musicalmente, che incrocia rap, soul ed R&B.
C’è un grande scomparso: il carrellino dei fiori. Forse Orietta l’avrà rubato per scappare dalla polizia, ma è più credibile l’ipotesi che si sia “infighettito”.
La gara dei big si apre, appunto, con lei, una regina. Si fa vestire dallo stilista di Achille Lauro, va al festival con quella che considera la canzone più brutta e corregge Fiorello:<<Sono tornata dopo 29 anni, non 19>>. Le ho fatto la standing ovation dal divano. Bugo si trascina con un testo melodico e una voce affaticata: il tutto mentre Morgan su Instagram pubblica la versione integrale di Le brutte intenzioni. Un tipo per niente rancoroso, lui. Da farci le merende. Emozionata Laura Pausini che teme più il palco di Sanremo che quelli internazionali.
Spiazzano Lo Stato Sociale con la loro Combat Pop, una vera e propria metacanzone: si lamentano del pop facendo pop. Non canta Lodo, ma Albi e Checco: il cambio di frontman c’è stato perché Lodo non aveva voglia di fare Sanremo. Tant’è che l’hanno inscatolato. Se Ermal Meta emoziona, gli Extraliscio si trascinano con un punk da balera. Sfiziosa la presenza del theremin. Arriva poi il quadro di Achille Lauro, a metà tra Mina e Pulp Fiction.
Menzione speciale anche per Willie Peyote: nonostante l’ora illegale -anche perché, poveraccio, pensava di esibirsi sesto- Mai dire mai (la locura) trascina tutto lo studio con un rap cinico e un ritornello martellante. La citazione a Boris è la dovuta ciliegina sulla torta.
La famigerata classifica arriva cinque minuti prima rispetto a ieri: stanno accumulando minuti per sabato, si spera. Twitter in rivolta, anche se sorprende la posizione alta di Peyote, ma ancora di più quella di Irama, arrivato secondo con un’esibizione registrata. Se vincesse sarebbe da ridere.
Ma voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere in diretta su voicebookradio.com!
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