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Cinema e TV

Sanremo 2021: il resoconto della quarta serata

today6 Marzo 2021 2

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La quarta serata del festival di Sanremo ingrana di più: nonostante ci fossero la bellezza di trenta cantanti, il peso di ieri è solo un ricordo. Si è finito pure mezz’ora prima, Amadeus ha tenuto a specificare. Spesso si tende a dire “buona la prima”: a Sanremo questo discorso non vale. È un palco che terrorizza tutti, persino Fedez, ma il secondo giro di ascolti aiuta. Tutti sono molto più sicuri. 

Si inizia subito con la finalissima delle Nuove Proposte, che quest’anno è incredibilmente forte. Son quattro ragazzi con una precisa identità musicale ed un brano forte per un motivo o per l’altro. Davide Shorty ci regala una canzone coinvolgente dall’arrangiamento complesso e piacevole, Folcast declina un soul bianco al maschile che mancava da tanto, Gaudiano porta un testo che è una pugnalata al cuore. Amadeus li avrebbe potuti mettere tra i Big e non avrebbero sfigurato affatto, anzi. Vince Gaudiano con Polvere da sparo, mentre Davide Shorty si prende un meritatissimo secondo posto. Un gigante buono Gaudiano, visibilmente emozionato alla notizia della vittoria. Noi di voicebookradio.com che lo avevamo intervistato in tempi non sospetti siamo contentissimi, sia per Gaudiano che per Davide Shorty.

Passando ai big, Aiello grida di meno sul palco, ma ormai ogni volta che canta parte in playback “Signora i limoni signora!” ed è difficile prenderlo sul serio. I Måneskin si fan più forti ad ogni ascolto, Zitti e buoni ha un ritornello martellante ed è sempre bello vedere qualcuno che porta alta la bandiera del rock. Sarebbe stato divertente immaginare questo brano con il pubblico, con i “vecchietti traumatizzati” in prima fila. Crescono anche Colapesce e di Martino che, dopo aver superato lo shock delle sonorità retrò, diventano sempre più coinvolgenti. Avremmo fatto a meno della pattinatrice. Gazzè si presenta in veste Dalì, fa gara a parte ed è sempre un piacere averlo. 

Wille Peyote a Sanremo continua a macinare consensi dopo essersi insinuato inaspettatamente nel podio provvisorio: con Ermal Meta che non si schioda dal primo posto manco a pregarlo, è diventato “l’antieroe” di questo Festival. Gli Extraliscio divertono e si divertono: è un folk che farebbe piacere ballare ubriachi in assembramento. Magari quando il mondo sarà tornato normale, chissà. Anche Ghemon guadagna alla seconda prova: Momento perfetto è un simpaticissimo raggae che non si merita il penultimo posto, anche se lui l’aveva presa in modo sportivo. 

Ormai non ci sono più parole per i fonici di questa edizione di Sanremo: microfoni che non partono -al punto che Renga si esibisce non una, ma due volte-, basi che improvvisamente diventano più alte. Rimandati all’anno prossimo, come anche Barbara Palombelli che non si lascia coinvolgere dall’entusiasmo della gara: smorza i toni con un’inflessione giornalistica fuori contesto. Il monologo sulle donne poi è un’accozzaglia di luoghi comuni alla “si stava meglio quando si stava peggio”. Per carità, momenti necessari, ma quando sono così costruiti sarebbe meglio evitare. L’inciso su Luigi Tenco che “giocava con le pistole” è stato infelice e di pessimo gusto. Non si infanga la memoria della storia della musica italiana in questo modo, è mancanza di rispetto. 

Le parentesi trascurabili della Palombelli per fortuna si sono alternante a momenti divertenti, tra Gio Evan che fa l’occhiolino per far guadagnare punti al FantaSanremo e l’omaggio a Renato Carosone con Enzo Avitabile, maestro che fa sempre piacere vedere e ascoltare. Immancabile Achille Lauro che regala uno dei momenti più alti del festival: coinvolge Fiorello a cantare Rolls Royce e son risate. Menzione d’onore per Orietta Berti, che strappa un sorriso per il suo voler duettare con “Ermal Metal” e i “Naziskin”. Gaffe “memabili” a parte, è una nonna dalla voce monumentale che si fa volere bene. 

https://twitter.com/verysmalltrash_/status/1367927197831491591

La classifica dei giornalisti, a differenza della demoscopica, è più apprezzata. La Rappresentante di Lista e Colapesce e Dimartino si prendono meritatamente la loro rivincita. Ermal Meta sta lì, primo: è lotta tra l’eroe dalla canzone sicura e l’antieroe irriverente dal ritornello vincente. 

Ma voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere su voicebookradio.com 

Written by: Mariahelena Rodriguez

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Post comments (2)

  1. Maria Laura on 6 Marzo 2021

    Ho 68 anni, non sarei svenuta per i Maneskin che hanno studiato a fondo i Rolling Stone. Loro sì spettinavano le prime file. Oggi fa scalpore il non scalpore: intonazione, garbo, testi pregni. Del resto ogni rivoluzione trova e rinnova i suoi mezzi

    • Mariahelena Rodriguez on 6 Marzo 2021

      È sempre un piacere sentirlo! Loro poi hanno un ritornello che butta giù tutto l’Ariston.

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