Tradizioni, usanze e costumi della “notte delle stelle”
“San Lorenzo, Io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla.” Così recita la celebre poesia “X Agosto” del poeta Giovanni Pascoli, ricordando la morte del padre e associando le stelle cadenti al pianto del cielo per l’accaduto. Probabilmente non si tratta di pianto, ma nonostante questo il fenomeno delle stelle cadenti ha da sempre affascinato ed ispirato poeti e artisti di ogni sorta.
E la notte di San Lorenzo, tra il 10 e l’11 Agosto, si è affermata come simbolo di questo evento. La leggenda narra che le stelle cadenti non siano altro che i carboni ardenti sui quali fu martirizzato il santo, oppure le lacrime dovute al supplizio (anche se in realtà San Lorenzo fu decapitato). La realtà è invece che in questo periodo dell’anno dei detriti spaziali lasciati da una meteora che orbita attorno alla Terra entrano nella nostra atmosfera e bruciano, mostrando la caratteristica scia.
In Italia e nel mondo sono diversi i modi in cui si celebra la ricorrenza: a Firenze ad esempio si usa mangiare la pasta ed il cocomero per strada, mentre nelle località di mare è usuale vedere tantissimi ragazzi accendere dei falò ed accamparsi sulla spiaggia con lo sguardo verso il cielo. I più appassionati invece si avventurano con il telescopio in spalla, cercando i posti con il minore tasso di inquinamento luminoso per godersi lo spettacolo.
A prescindere da tutto ciò però è importante ricordare una cosa molto importante: il 10 Agosto è solo una data simbolica, il fenomeno dello sciame raggiunge il suo massimo picco tra il 12 e il 13 Agosto.
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