Soundtrack da ascoltare durante la lettura:”Harakiri” – Samuele Bersani
Mercoledì scorso a Music Whispers abbiamo ascoltato con Valentina Giudizi Universalidi Samuele Bersani. Come ha giustamente notato, i testi di Bersani non sono sinonimo di immediatezza.
Navigare in un testo di Samuele Bersani non è un’impresa da poco. Le parole si rincorrono, dense suggestioni non immediate al primo ascolto: astronavi tremanti che si poggiano su due pietre e pescatori di asterischi. Sono immagini che prese singolarmente potrebbero poter far parte del disegno di un bambino. Parole semplici, eppure pesate che sfociano in un surrealismo disorientante ed evocativo al tempo stesso.
“È il potere delle immagini, necessario a far uscire un’idea di leggerezza. Cerco di usare parole pesate per spiegare anche concetti pesanti”. L’approccio di Samuele Bersani alla scrittura ricorda un po’ il modo di fare di Italo Calvino, che popolava i suoi libri di personaggi al limite del paradossale e sottolineava l’importanza della leggerezza “pensosa”. Una leggerezza che non è superficialità frivola, necessaria per liberarsi dai macigni sul cuore e rialzarsi. Una rinascita, quindi.
Harakiri è uno dei primi singoli di Bersani dopo un silenzio di sette anni, che lo scorso anno ha pubblicato Cinema Samuele. È un termine volgare per descrivere una tecnica di suicidio giapponese. Una parola paradossale e pesante, più che pesata. Ma per rinascere è necessario morire, prendersi il rischio di farsi male. Di fare qualche sbaglio. Il protagonista del testo decide uscire dalla sua sala buia per farsi trascinare dagli eventi della vita. Impara poco alla volta ad esserne il regista e non più lo spettatore.
“Non è il momento” disse, e poi si arrese
agli sviluppi della trama
Alla profondità dei dialoghi.
Un levare introduce una delle strofe più belle, che sembra un ritornello ma non lo è mai davvero. Più che ad una canzone assistiamo al districarsi di una storia.
Canzoni d’amore altamente nocive
Per un cuore già troppo pulsante
Sapendo che in giro non c’era un dottore
Non stava mai lì ad ascoltarle
C’è ancora paura di abbracciare l’emotività e la fragilità, di indossarla. Viverla appieno significherebbe farsi male, ancora una volta. Ma c’è una lenta e progressiva risalita, si scrolla di dosso le insicurezze e dopo una serie di giorni infelici esce dall’abisso. Sembra una lucciola.
Il tuo ricordoè invece la seconda stanza del Cinema Samuele, uscita il 22 gennaio. Uno dei brani più belli del disco, in cui la presenza ingombrante del passato lascia spazio alla necessità di vivere il presente. Le due realtà si scontrano, ma con una nuova consapevolezza ed onestà il presente vince. La coda finale di pianoforte si chiude sulla promessa di non provare più nostalgia e vedere ciò che ci ha definito non come un peso, ma come una spinta per il futuro.
Samuele Bersani torna dopo anni per portarci con mano a scrivere le prime sceneggiature di una vita che va vissuta con tutti i colpi da incassare. Perché fuori dal buio delle nostre stanze il cielo sarà pronto “a spalancarsi come un sipario.”
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: "Gli Occhi del Cuore" - Elio e le Storie Tese Ed infine Boris sarà (NON STIAMO SCHERZANDO)! Dopo tanto tempo ed ancora più speculazioni, false speranze e molteplici cuori infranti, finalmente la fuoriserie più pazza d’Italia tornerà sui nostri schermi!! https://twitter.com/_D_re_A/status/1356271056064024583?s=20 Due al prezzo di uno perché a noi le cose piacciono un po' a *complete cit* A rendere pubblica la lieta novella è […]
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