Il sintetizzatore, dalla sua introduzione nel mercato, ha rivoluzionato il modo di fare musica con la possibilità che offre di creare di una gamma di suoni quasi infinita.
Il padre di questa vincente invenzione fu Robert Moog, che a soli diciannove anni fondò l’azienda R.A. Moog Co per produrre kit per la realizzazione dei Theremin. Negli anni ‘70, con il successo dei minimoog l’azienda cambiò nome in Moog Music.
Uno dei primi fruitori fu Walter Carlos, che con Switched-on Bach e gli album seguenti dimostrò le svariate possibilità dello strumento. Sebbene negli anni ‘60 si pensava che il sintetizzatore non fosse capace di produrre niente di meno che suoni strambi e soppiantare l’essere umano nel processo creativo, gli anni ‘70 videro il boom delle vendite di questo “strano” strumento che si faceva più economico e compatto (la nuova versione di chiamava Minimoog) e quindi consentiva il suo utilizzo live. Tra i grandi nomi che si lanciarono in questo nuovo campo ricordiamo i Beatles, i Rolling Stones, i Doors.
A rendere il suo sintetizzatore il migliore in circolazione era la presenza della tastiera e un telaio, sulla parte superiore, su cui erano montati diversi moduli, ognuno dei quali poteva modificare o generare il suono.
Sperimentalismo e avanguardia sono le parole chiave che descrivono questo stravagante strumento, in grado di scavalcare le mode e trovare un posto accanto le tastiere per eccellenza, Hammond B3 e Rhodes.
Grazie Robert Moog!
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