Le ragioni fisiologiche per le quali la risata riduce stress, paura e dolore
“Ridi che ti passa” è un detto che almeno una volta nella vita ognuno di noi si è sentito dire in un momento di stress o tristezza. A quanto pare questo non sarebbe solo un modo di dire: sono infatti diversi gli studi che confermano come ridere aiuti ad abbassare i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) e agisca da ansiolitico e antidolorifico.
Una di queste ricerche è stata condotta nell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, in una ricerca sugli effetti della clownterapia sui piccoli pazienti. Laura Vagnoli, della Psicologia pediatrica del Meyer, spiega:
Con la nostra attività di ricerca abbiamo dimostrato che con la terapia della risata, i clown dottori riescono a ridurre la tensione che assale le bambine e i bambini prima di un intervento chirurgico: hanno tipicamente paura dell’anestesia, si spaventano alla vista della mascherina e vivono momenti di tensione per la separazione dai genitori. La risata e l’allegria riescono a ridurre l’ansia con l’effetto tra l’altro di accrescere la collaborazione del piccolo paziente con il personale sanitario oltre a rendere meno necessaria la somministrazione di farmaci sedativi.
Laura Vagnoli
Un’altra caratteristica del ridere è la contagiosità: uno studio pubblicato nel 1989 sulla rivista Ethology ha evidenziato la natura sociale della risata riscontrando che un individuo ha fino a 30 volte maggiori probabilità di ridere quando è in compagnia rispetto a quando è solo. Tanto che secondo un’altra ricerca, pubblicata su Current Biology, le persone a più alto rischio di sviluppare comportamenti antisociali sono meno sensibili alle risate altrui, di fronte alle quali non scatta il cosiddetto contagio emotivo.
A quanto pare quindi dietro la risata si nasconde molto di più di un riflesso o una reazione, ma uno strumento potentissimo capace di agire sull’umore delle persone più di qualsiasi farmaco.
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