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Cinema e TV

Resta in Sala: Lost in Translation

today24 Maggio 2023

Background
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “TV”- Billie Eilish

Quarto appuntamento con Resta in Sala, la rubrica firmata voicebookradio che, alla fine di ogni film, vi consiglia 4 brani musicali per rimanere nel mood ancora un po’. Oggi parlo di Lost in Translation.

Film del 2003 di Sofia Coppola – si la figlia di Francis Ford Coppola- che oltre ad esserne regista ne firma anche la sceneggiatura, in parte ispirata da un suo viaggio a Tokyo.

“Mi è piaciuta l’idea di giustapporre una crisi di mezza età nei tuoi primi anni ’20, quando sei tipo, “Cosa dovrei farne della mia vita?” 

Crisi di mezza età

La pellicola ruota attorno a due personaggi, Bob e Charlotte – interpretati da Bill Murray e Scarlett Johansson – che si incontrano quasi per caso in un hotel di Tokyo. Dico quasi per caso perché andando avanti nella storia, emerge come le loro strade fossero destinate ad incrociarsi. Entrambi americani ed entrambi lontani da casa, in un paese in cui nessuno parla la loro lingua e tutto ciò che dicono rischia di essere Lost in translation: perso con la traduzione.

Ma Bob e Charlotte “si prendono” subito, lui un attore dalla carriera ormai in declino, lei una neolaureata che ancora non ha trovato un posto nel mondo e, a dirla tutta, non sa neanche se questo posto per lei esista. Nonostante la differenza di età tra loro scatta un’intesa, ma attenzione perché Lost in translation non è la classica love story.

L’amore tradotto

Il problema nella comunicazione è ricorrente nel film, i personaggi non sanno mai se ciò che dicono viene tradotto correttamente in giapponese e vice versa, se le loro parole vengono effettivamente comprese.

Ma per Bob e Charlotte i problemi comunicativi non riguardano solo il passaggio da una lingua all’altra. Lui non riesce a parlare con sua moglie, le ripete che va tutto bene quando, in realtà, sa che che il loro matrimonio è finito da anni. Lei prova a parlare con suo marito, cerca di esprimere le sue paure e le sue incertezze, ma lui sembra sempre non avere tempo per ascoltarla e. anche quando lo fa, la guarda come se non parlassero la stessa lingua.

Tuttavia Charlotte e Bob si capiscono subito, senza neanche parlare, tra loro è tutto chiaro perché nonostante la sostanziale differenza di età sono entrambi in due momenti di vita molto simili. Scontenti dell’attualità, incerti sul futuro, spaventati dal cambiamento.

Ph. Credits Lost in Translation Facebook Official Page

Apocalypse – Cigarettes after sex

Primo brano che incapsula l’atmosfera del film, si tratta di uno dei singoli d’esordio della band indie statunitense. In Apocalypse il cantante riconosce e ci racconta la sofferenza della sua amante dovuta alle sue relazioni precedenti. Si tratta di una canzone che narra l’accettazione del fatto che l‘amore porta inevitabilmente dolore. Ma anche sulla necessità di ammettere che, quando si trova la persona giusta, si è disposti anche a soffrire. Ricorda l’incontro tra Bob e Charlotte, entrambi consapevoli che qualunque rapporto nasca tra di loro, sarà per sempre destinato a rimanere in quella piccola parentesi, in quella bolla rappresentata da Tokyo in cui il resto delle loro vite passa in secondo piano.

When you’re feeling low, I will be there too”

“Quando sarai giù, sarò lì con te”

Something Changed – Pulp

Andiamo un po’ indietro nel tempo con una canzone del 1996 dei Pulp. Il tema principale di Lost in Translation è il modo in cui un incontro casuale, che in realtà non lo è, può cambiarti per sempre. Ed è anche ciò di cui canta Jarvis Cocker -frontman dei Pulp– raccontando come dopo aver incontrato la persona giusta tutto ciò che non aveva senso nella sua vita lo acquista all’improvviso.

“Do you believe that there’s someone up above?
And does he have a timetable directing acts of love?”

“Credi ci sia qualcuno lassù? E ha una tabella di marcia che dirige gli atti d’amore?”

L’effetto farfalla per il quale il non aver compiuto una semplice azione di routine, ha portato al cambiamento più bello della sua vita. 

Vanilla Baby – Billie Marten

Continuiamo con questa piccola “perla nascosta” della cantautrice britannica Billie Marten. Una canzone sulla difficoltà di comunicare i propri sentimenti, decisamente in linea con i temi del film e in particolare con il personaggio di Charlotte. Lei vive di silenzi, ogni volta che la vediamo senza Bob non parla, che sia su un treno, in camera, o in un tempio. Le uniche occasioni in cui comunica, o cerca di comunicare, con qualcuno è per esprimere la sua infelicità alla sorella e a suo marito, ma la prima non la sente perché la linea è disturbata mentre l’altro non capisce il suo reale stato d’animo.

Charlotte vive di silenzi e Bob è l’unico che riesce a comprenderli.

“I am only as good as you want me to be, I don’t pick up the phone if I don’t want to speak”

“Sono brava solo quanto tu vuoi che io sia, non rispondo al telefono se non voglio parlare”

Weird Goodbyes – The National ft. Bon Iver

Concludiamo la mini playlist con uno degli ultimi singoli dei The National. Definita dalla band come un brano che focalizza il saper “lasciare andare il passato e andare avanti, per poi essere travolti di ripensamenti”. A dir poco perfetta per il finale del film, in cui Charlotte e Bob si salutano per sempre con un bacio dolce amaro, già carico di nostalgia sul nascere.

“Move forward now, there’s nothin’ to do. Can’t turn around, I can’t follow you”

“Vai avanti adesso, non c’è più niente da fare. Non puoi voltarti, non posso seguirti”

I consigli per restare in sala, con la mente e con lo spirito, per oggi sono finiti, ma la settimana prossima vi parlerò di un altra pellicola e di altri 4 brani. Se nel mentre volete saperne di più di musica e cinema, potete continuare a leggere il blog di voicebookradio.

Written by: Elena Birocchi

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