Questo è il breve racconto che vede protagonisti il Dirigente scolastico di un liceo come tanti, un paio di teppistelli armati di bomboletta spray, un muro di mattoni ed una scritta: “Il preside è gay“.
Tra le mura esterne dell’edificio in cui è ambientata questa breve storia, non sono mai mancati scarabocchi e parole di ogni sorta, ma la frase in questione è stata percepita dagli studenti e dai collaboratori, i quali hanno allarmato prontamente il preside, come la più terribile che sia mai stata segnata indelebilmente su quei muri un tempo immacolati: all’uomo che dirige questo liceo scientifico di Ravenna piacciono gli uomini anziché le donne. Terrificante, devo fermarmi perché possiate metabolizzare un momento cotanta affermazione?
Veniamo alla parte veramente rilevante di questo racconto -ahimè- vero e soprattutto attuale: Gianluca Dradi, cui la presunta offesa era destinata, ha deciso di controbattere al gesto nella maniera che più si addice a chi si trova a rivestire il ruolo di garante di un corretto insegnamento.
Attraverso un post su Facebook, ricevente moltissimi likes e condivisioni, ha scritto al mondo la sua sentenza riguardo alla bravata di un paio di suoi studenti del liceo Alfredo Oriani:
Ciò che offende non è la falsa attribuzione di una condizione, ma il fatto che uno studente del mio Liceo l’abbia pensata come a un’offesa. Non la farò cancellare: resti lì come una “pietra di inciampo” per l’intelligenza umana.
Del resto, non c’è smacco peggiore per un bullo che quello di vedere le proprie angherie venire non solo ignorate, ma valorizzate per trarne un insegnamento per il resto della comunità.
E non solo quella scuola superiore di Ravenna, ma un po’ tutta l’Italia avrebbe bisogno di fare ripetizioni in materia di Uguaglianza dei Diritti, visto che ancora oggi il Paese della Cultura con la C maiuscola si colloca al 32° posto su 49 in Europa nella classifica Rainbow Europe sui diritti umani di persone LGBT.
In una successiva dichiarazione, il preside ha aggiunto:
Fra tutte le scritte che ci sono, all’inizio non me n’ero neanche accorto. Nella mia esperienza, ho notato che all’interno del tema del bullismo l’omofobia è un tratto ricorrente. Così, quando mi hanno fatto notare la scritta, invece che cancellarla, ho deciso di trarne spunto per un messaggio educativo. Molti studenti, vecchi e nuovi, mi hanno già dato il loro appoggio
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