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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Number One” – John Legend
La vita di noi studenti dello scientifico – e non solo – è piena fino all’orlo di simboli. Se non li conoscessimo come le nostre tasche, probabilmente, ci sembrerebbero strani e buffi: i numeri. Del resto, tra le nostre materie di indirizzo ci sono matematica e fisica, che sono stracolme di numeri di ogni tipo: razionali, irrazionali, periodici… insomma, di tutto. D’altra parte, però, dubito che nella vita di coloro che frequentano il liceo classico essi siano assenti. Insomma, o loro sulle banconote hanno le lettere oppure anche loro li usano. Il problema, però, è che siamo troppo abituati a guardarli sotto l’aspetto didattico e pratico, ma quasi mai ci accorgiamo di quanto essi possano essere straordinariamente curiosi anche sotto altri punti di vista. Perciò, bando alle ciance, dobbiamo scoprire qualcosa in più su questi simboli onnipresenti.
Fin dall’infanzia, mi sono sempre chiesta perché questo povero numero venga bullizzato così tanto. Per non parlare di quando si combina con un venerdì: a quel punto, tutti cominciano a mettersi le mani tra i capelli e a disperarsi. In realtà, esistono varie teorie, alcune più accreditate, altre meno.
Una di esse deriva proprio dal latino – anche lui molto presente nelle nostre vite -, poiché il numero 17, in questa lingua, si scrive XVII. Anagrammato, diventa VIXI, cioè “vissi” – e se vissi… beh, vuol dire che ora non vivo più. –Un’altra ipotesi possibile deriva sempre dall’Antica Roma, ma stavolta da un avvenimento storico importante: la battaglia della foresta di Teutoburgo. Essa rappresentò una tra le sconfitte più importanti dell’Impero Romano: furono, infatti, annientate tre legioni, la XVII, la XVIII e la XIX. Inutile dire che da quel momento non vennero più usati questi tre numeri per nessuna legione.
Altri ancora suppongono che questa antica superstizione provenga dalla Bibbia, poiché nella Genesi viene esplicitato che il Diluvio Universale iniziò il 17 del secondo mese del seicentesimo anno della vita di Noè. Beh, sì, sarà pur vero che il 17 è una sede di sfortunate coincidenze ma la domanda che sorge spontanea è: siamo sicuri che gli altri numeri non abbiano avuto collegamenti con episodi tristi? Così, a occhio, mi sembra un po’ strano… perciò non lasciatevi spaventare dal 17: è solo un numero!
“Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato.”
– Albert Einstein
Quando leggo frasi del genere, capisco uno tra i tanti motivi per cui Einstein è considerato un genio a tutti gli effetti – questa ve la potete anche rivendere all’insegnante di matematica, farete di certo una gran figura! –. Ma a proposito di contare, prima che esistessero i numeri, come si faceva?
Beh, si contava usando le dita della mano. Ed è proprio per questa ragione che cifra, in inglese, si dice digit – dal latino digitus -. E a proposito di derivazioni linguistiche, c’è anche un’altra parola che in matematica usiamo estremamente spesso: calcoli. Avevate mai notato che è la stessa parola che si usa per definire quelli dei reni o del fegato?
Non si tratta di una caso: in entrambe le circostanze abbiamo a che fare con dei sassolini – dal latino, calculus -.
Gli antichi greci, infatti, per contare si servivano proprio di piccole pietruzze. Beh, dai, come potete vedere i numeri sanno essere tutt’altro che noiosi – non a caso abbiamo scelto lo scientifico, no? -. E ora che conosciamo anche questo lato di loro, sarà più semplice averci a che fare ogni giorno. E, chi lo sa, magari anche più divertente!
Scritto da: Benedetta Bini
Written by: Aurora Vendittelli
Tempo di lettura 3 minuti
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