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Musica

Quando la cover è obbligatoria: do you love Rock ‘n Roll?

today23 Marzo 2023

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Soundtrack da ascoltare durante la lettura “I Love Rock ‘n’ Roll” – Joan Jett

Vi è mai capitato di ascoltare la hit di un artista qualsiasi e scoprire che in realtà è solo una reinterpretazione di un vecchio brano appartenente a qualcun’altro?

Spesso è la cover a diventare più importante del titolo originale che l’artista sceglie per contestualizzarlo ai suoi tempi e per sperimentarlo nel suo stile. Beggin dei Maneskin è un classico esempio. Ma ne esiste un altro di cui parleremo oggi. Quante volte avete sentito I Love Rock ‘n’ Roll proveniente da voci diverse e con gli stili più disparati? Vi siete chiesti a chi appartenesse veramente? Con questo articolo analizzeremo quattro artisti che hanno riportato il famoso brano in trend.

Joan Jett’s Version

Partiamo dalla versione più famosa entrata nella Grammy Hall of Fame Award 2016. E’ la cantante e chitarrista Joan Jett, fondatrice del gruppo Runaways, divevuta famosa proprio con questo brano edito nel 1981. Il suo stile hard e punk si abbina perfettamente al brano, grazie anche alla sua voce molto rock che nessuno può mettere in discussione. Graffiante, provocatoria, decisamente fuori dalle righe, la bella Joan si impone fin da subito e in questo singolo mette a nudo la sua anima ribelle e sensuale oltre ogni limite. Il suo successo è un dato di fatto. Così come è un dato di fatto questa canzone che è divenuta ben presto un inno assoluto per tutti gli amanti del Rock più puro.

Britney’s Version – 2001

Il rock sfuma nel pop con Mrs. Spears. Nel 2001 ritorna la hit contenuta nell’omonimo album dell’artista, Britney, uscito un anno dopo. La cantante ammise che la canzone originale era una delle sue preferite, ma per sua sfortuna si rivelò un vero e proprio flop. Continuò ad amarla secondo voi? Forse non gli importò poi così tanto, anche perchè la sua più grande hit, Toxic, sarebbe uscita qualche anno dopo. Nel brano l’ex-ragazzina prodigio si diverte a vestire panni diversi da come eravamo abituati a vederla. Si cala in un mood che poco le appartiene, ma è apprezzabile l’impegno con cui si ispira alla sua collega rock. Inutile, forse, sottolineare che, in una versione più pop e con la voce ancora acerba di Britney, il brano perde di incisività.

Alex Gaudino’s Version

Anche l’Italia ripresenta il brano nel 2009 portandolo addirittura in discoteca. Ci pensa il dj salernitano Alex Gaudino che, assieme a Jason Rooney, rivisita il brano rock creando una sua versione a ritmi house. Forse va un pò fuori tema portando il genere d’origine su un’altra strada. Viene spontaneo chiedersi se ce ne fosse davvero bisogno? Ma il ritornello del brano originale è talmente irresistibile che comprendiamo bene cosa li abbia spinti a questo esperimento così sui generis.

L.A. Guns’ Version

Tocca ai L.A. Guns, gruppo metal nel 2010 rendere ancora più hard il classico. Chitarra, batteria e basso si fanno più aggressivi i ritmi ed i suoni sono ancora più potenti. Il mood si arricchisce d’energia, le chitarre si divertono come non mai e la voce esplora sè stessa in un turbine quasi esplosivo. Il genere forse non è per tutti, ma l’adrenalina sale a picco. Sta a voi decidere se varrà la pena ballarla insieme oppure no.

The Arrows – La Versione Originale

Arriviamo finalmente al punto conclusivo. A chi appartiene veramente il classico? Sono gli Arrows il gruppo che ha scatenato questa catena senza fine e a cui, forse, dovremmo dire grazie. Il brano scritto nel 1975 da Alan Merrill e Jake Hooker è divenuto famoso grazie alla moltidudine di cover registrate in stili sempre differenti che vanno a coincidere comunque con l’originale, l’hard rock. Ovviamente in questa versione originale il brano si spoglia di qualsiasi sovrastruttura e ci lancia addosso tutta la potenza dei brani di rottura tipici degli anni 70. Al di là di tutte le rivisitazioni successive, I love rock ‘n roll rimane sempre una hit e chissà quante versioni ci aspetteranno ancora.

Dopo questa scorpacciata di cover, non ascolterete più una hit con le stesse orecchie. Ovviamente il discorso non riguarda tutti i brani musicali, ma, quando il verme dell’orecchio -letteralmente earworm in inglese che significa tormentone- non vi esce dalla testa, informatevi da dove deriva davvero, se ha ovviamente un’origine. I miei colleghi si occuperanno degli altri brani coverizzati per cui vi consiglio di tenerci sempre sott’occhio. Pronti a stupirvi?

Scritto da Valentina Proietto Scipioni e Christian Inbrunnone

Written by: Valentina Proietto Scipioni

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