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Arte

QUANDO I BEE GEES SFIDARONO I GIGANTI DEL ROCK

today18 Dicembre 2020

Background
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “How deep is your love” – Bee Gees

Sulle maggiori piattaforme digitali arriva il docufilm sui Bee Gees. Fenomeno pop dance straordinario che, negli anni 70, ha saputo tener testa ai grandi nomi del Rock.

Parliamo spesso degli anni 70 come di un periodo culturale e artistico molto prolifico. È stato un tempo di sperimentazioni, contaminazioni, stimoli, provocazioni e nuovi azzardi. E da quegli anni rivoluzionari sono nate correnti musicali, sociali, letterarie, cinematografiche.
Gli anni 70 sono stati la testata d’angolo che ha piegato in modo irreversibile la storia di tutto il pianeta.
Ma, se da una parte i grandi i artisti dell’epoca sperimentavano nel sempre più incisivo Rock n’ Roll, dall’altra si sentiva l’esigenza di battere anche nuove strade.
La tempesta evolutiva aveva tanti colori da esprimere. Uno di questi veniva dalla cultura black ed era indubbiamente la DISCO MUSIC.

Nella puntata di venerdi scorso 5 Play Rock n ‘Roll abbiamo fatto un tuffo nei disco club americani di quegli anni proprio per assaggiare un po’ delle sonorità che fecero così tanto rumore.

Con la macchina del tempo

Siamo nel 1974 e anche la radio si accorge del nuovo fenomeno crescente della Disco Music. Va in onda, infatti, il primo programma radiofonico dedicato interamente a questo genere, nella stazione radio WPIX di New York.

Sta per avvenire un grande cambiamento che di lì a poco ribalterà le abitudini degli americani e detterà un nuovo ritmo a tutto il globo.

Nel 1977 apre il mitico Studio 54, un vero e proprio tempio newyorkese della musica dance. Un club storico in cui regnano sovrani nomi come Donna Summer, gli Chic e ovviamente i Bee Gees.

Inizialmente il pubblico della disco anni 70 è per lo più black, ma nel corso di pochi anni il sound travolgente coinvolge tutti e arriva a toccare ogni parte del pianeta. Chiunque di noi, anche a distanza di decenni, ha ballato almeno una volta nella vita quei grandi successi capaci ancora di scatenare.

Le critiche degli artisti più “impegnati”

Ma, proporzionalmente alla sua popolarità, la disco dance scatena non poche critiche. Soprattutto da parte degli artisti di generi più “impegnati” che definiscono le star della disco come burattini con il microfono.
Ma, nonostante questi attacchi, il sound della Disco Dance 70 non demorde, si fa largo nel mondo musicale e tutt’ora continua a dire la sua portando una ventata energica e di gran carattere.

Finally… The Bee Gees

Cavalcando questa incredibile ondata di successo ecco tre fantastici fratelli che hanno veramente lasciato il segno in questo ambito. Sono i Bee Gees.

Barry, Robin, Maurice Gibb, nati nel Regno Unito, cresciuti in Australia. Sono tra gli artisti pop dance più influenti degli anni ’60, ’70 e ’80.
Immediatamente riconoscibili con le loro voci in falsetto e quel ritmo che induce subito a ballare anche se non siamo Tony Manero della Febbre del sabato sera -quel Saturday Night Fever con John Travolta che li consacrò-.
Il loro inno di sopravvivenza Staying Alive, che abbiamo ballato nella puntata di 5 Play Rock n’ Roll venerdi scorso, risuona nella pancia ancora oggi. E, se la parola disco music ha davvero un senso lo si deve in gran parte a loro.

Ma non solo di trascinanti brani dance è fatta la loro sfavillante carriera. Come il Rock ha sentito l’esigenza di misurarsi con sonorità e melodie più romantiche creando le ballad, anche i Bee Gees si sono cimentati in brani fortemente emotivi che hanno fatto innamorare generazioni. Come How deep is your love oppure More than a woman, che ancora riescono a creare una sapiente atmosfera slow.

I tre fratelli Gibb in un docufilm

Ed ecco una bella novità di fine 2020. A dimostrazione che dopo decenni ancora i tre fratelli Gibb fanno ben parlare di loro e della loro musica.

BEE GEES

Sulla scia dei documentari biopic delle star della musica arriva, finalmente, anche quello sui tre fratelli Gibb: THE BEE GEES HOW CAN YOU MEND A BROKEN HEART con la regia di Frank Marshall, selezionato al festival di Telluride e disponibile sulle piattaforme Prime Video, Apple Tv e Google Play dal 14 dicembre.

L’escursus sulla loro carriera fa venire i brividi. Quaranta album, oltre 1.000 canzoni e venti hit in testa alle classifiche, più di 220 milioni di dischi venduti.
Come dicevamo all’inizio, i Bee Gees sono stati protagonisti di anni in cui le band del Rock erano The Rolling Stones, Led Zeppelin, Pink Floyd, Deep Purple. Ed erano considerati di minor caratura nonostante i fenomenali record di vendite al pari dei Beatles e successivamente di Michael Jackson.

Il cuore del film è proprio questo: dove, esattamente, i Bee Gees si inseriscono nella storia del pop? Quanto sono stati davvero grandi? Se all’epoca occupavano un gradino appena un piano sotto l’Olimpo, a distanza di decenni la pensiamo ugualmente così?

Ospiti speciali del film

Barry Gibb, Eric Clapton, Mark Ronson, Noel Gallagher, Lulu, Nick Jonas, Chris Martin e Justin Timberlake rispondono sul tema.

Il film racconta l’affascinante storia di tre fratelli che hanno inseguito un’emozione fin da bambini: la gioia di cantare insieme e creare canzoni dal sound unico capaci di influenzare grandi musicisti. Una storia non solo di incredibili successi, ma anche di cadute e sconfitte.

“Un peccato, avrei tanto voluto che il pubblico lo vedesse sul grande schermo. Mi mancherà”. Un velo di amarezza dettato da Frank Marshall, produttore del lungometraggio sul trio dei fratelli australiani, nonché voce guida dell’unico ancora in vita: Barry Gibb. La sua nostalgia del passato non deve essere portatrice di illusioni malinconiche relative al film, perché esso rispecchia un’ondata di toni ed emozioni sublimi, forti e coinvolgenti come il loro sound. Perciò, nessun tramonto fatto di lacrime e rimpianti, ma vivremo di nuovo quella grinta disco dance, dettata da una simbiosi inimitabile.

“That’s life” è la firma conclusiva nell’ultimo fotogramma del docufilm, lasciata da Barry, il quale non dipinge la sua figura vittima di rimpianto, ma di allegra nostalgia:
“A me restano fantastici ricordi, ognuno ha i suoi. Robin e Maurice ne avrebbero di diversi. Abbiamo avuto tre vite differenti, non la stessa”.

“Negli anni Sessanta ero un ragazzo, fan dei Bee Gees come tanti altri. Amavo la loro musica e l’ho amata anche nei decenni successivi, quando uscì Saturday night fever. Ho voluto raccontare la loro parabola, fatta di gloria e normalità. È una storia molto dolce”, così confessa Frank Marshall. E lo fa volendo scrivere una pagina definitiva ed ultima sulla fratellanza e sulla loro eredità, quella di Robin e Maurice che riecheggia nella voce e nella memoria di Barry Gibb. Proprio Barry cantò nel 2017 sul palco di Glastonbury, “la colonna sonora della sua vita”, citando Marshall, quella canzone che affrontò un percorso tortuoso ma riuscì ad avere un clamoroso successo e cioè Stayin’ Alive.

BEE GEES


Dopo la composizione di Saturday Night Fever i produttori non furono così entusiasti del risultato, e così i fratelli Gibb ritornarono sui loro passi concludendo quella che diverrà la più celebre canzone del gruppo australiano: Stayin’ Alive. Successe però un inconveniente, purtroppo il batterista dovette ritirarsi a causa di problemi famigliari e trovarne un altro, nel bel mezzo dell’inverno e in una zona così sperduta, fu davvero difficile. Subentrò un’idea geniale che ne fece poi un pezzo dance clamoroso. I produttori K. Richardson e A. Galuten, presero le due battute di Night Fever, duplicandole in loop per accompagnare la canzone Stayin’ Alive. Finalmente poi raggiunse il successo meritato, arrivando in cima alla classifica di Billboard, dove rimase per quattro settimane.

E proprio con loro si aprirà la puntata di questa sera di 5 Play Rock n’ Roll interamente dedicata alla Disco Dance 70. Appuntamento alle 19 su www.voicebookradio.com

Questo articolo è stato scritto a quattro mani da Francesca Aiello e Valentina Proietto Scipioni per Voicebookradio.com

Written by: Redazione

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