Come tornare a vedere in città più di una semplice giungla di cemento
Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano “RUDE – Eternal Youth”
Nel corso del 21esimo secolo si è assistito ad un picco demografico senza pari riguardo alla popolazione che abita nelle aree civilizzate: il numero di individui residenti nelle urbe infatti nel 2009 ha toccato il 50% del totale, percentuale che secondo la stima delle Nazioni Unite arriverà a toccare il 70% entro il 2050. In un panorama del genere, per l’uomo trovare un modo di intersecare paesaggio urbano e natura in una coesistenza benefica sta diventando più che mai la priorità.
In merito, l’onlus WWF italia ha lanciato un contest nazionale dal titolo “Urban Nature – L’impegno delle Scuole per la Natura delle nostre Città” che, riferito alla scuola primaria e secondaria di I e II grado, mira appunto a stimolare lo studente a riplasmare gli spazi quotidiani della città con la presentazione di una proposta valida atta ad aumentare la “natura” urbana attraverso la riqualificazione degli spazi scolastici, di un’area esterna o comunque altri tipi di intervento a livello urbano per aumentare la biodiversità cittadina.
Nel progetto si avvertono come estremamente preponderanti i servizi ecosistemici, rappresentati da tutte quelle applicazioni vitali che potrebbero effettuare quali la depurazione totalmente naturale di aria e acqua, la fornitura a km 0 di prodotti di natura alimentare e la ricreazione psicofisica del cittadino; il legame forte che ci dovrebbe e dovrà esserci in futuro tra giovani e natura; e infine il ruolo fondamentale che avrà la forma della presenza idrica nel luogo in cui viviamo: argomento delicato poiché, a causa dell’eccessiva antropizzazione e cementificazione, abilità proprie del territorio come l’accumulo e la ritenzione idrica, la permeabilità del suolo o una certa capacità autodepurativa stanno andando perdendosi.
La natura non è un posto da visitare. È casa nostra.
Gary Snyder
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