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Sembra un controsenso. La Porsche, nell’immaginario collettivo è sinonimo di velocità, sportività, stile. Tutto questo a un prezzo per molti fuori portata.
Forse non tutti sanno che la storia di Porsche, come casa automobilistica, ha inizio proprio con la progettazione di una macchina per il popolo, che mettesse su strada anche i ceti meno privilegiati. Oggi, in occasione della nascita del suo creatore, Ferdinand Porsche, celebriamo l’automobile più iconica del Novecento.
Anche i meno appassionati di motori la conoscono, protagonista assoluta delle vacanze di milioni di persone per oltre quarant’anni, addirittura di film. Tutti sanno che è stata la macchina più venduta della storia. Tutti sanno che è stata l’auto di punta della Volks Wagen.
Ma allora cosa c’entra Porsche?
Tutto nasce in Germania allorché diventa cancelliere Adolf Hitler, nel 1933. Una delle prime mosse del nuovo Reich, è quello di copiare l’intuizione propagandistica di Benito Mussolini di un paio di anni prima, in cui si esprime l’inderogabile necessità di motorizzare la maggior parte dei cittadini con una vettura a basso costo. In Italia tale sforzo si manifesta con la nascita di un’altra vettura leggendaria, la Fiat 500, in Germania con la nascita della Volks Wagen, appunto Vettura del popolo.
L’ingegner Ferdinand Porsche, considerato un vero genio nel campo automobilistico, vince la gara di bando e presenta il progetto per la Typ1, ben presto soprannominata Maggiolino, e Scarabeo in quasi tutte le altre lingue. Non ha subito il successo di vendite sperato. Anche per la difficoltà di attuazione del progetto. Un’auto che non supera il costo di 1000 Marchi, calcolando che un operaio guadagnava circa 120-130 marchi al mese, era una promessa dura da mantenere. Inoltre, la nuova casa di produzione non avrebbe praticamente avuto nessun margine di profitto.
Interviene il leggendario pragmatismo tedesco. Visto che la macchina era destinata al popolo, facciamo pagare i costi di produzione al popolo stesso. E in effetti gli operai, prima ancora di possedere effettivamente il sognato veicolo, si decurtavano settimanalmente una percentuale dello stipendio per aver diritto alla “macchina per tutti”.
1939
Primo maggiolino. E scoppia la guerra. Non solo viene convertita la Volks Wagen ma anche il Maggiolino stesso. L’abbiamo visto in tanti documentari e in tanti film, in “abiti da guerra”. Celebri sono il Kubelwagen e il Kommandeurwagen. In molti casi si è rivelato fondamentale per il rapido spostamento di truppe.
Ma una volta dismessa la cupa scocca da battaglia, il Maggiolino mette abiti più solari, divenendo simbolo di rinascita, spensieratezza, benessere diffuso, vacanze. L’immagine della Germania che si riprende. Il boom del dopoguerra lo porta ad essere l’auto più diffusa del mondo. Primato che verrà raggiunto solo da un’altra Volks Wagen, la Golf solo negli anni’70.
E Ferdinand Porsche?
Una volta scarcerato fonda la sua celebre casa automobilistica, che si godrà poco, fino al 1951. Ma ha fatto in tempo a commuoversi, si dice, nel vedere quanti maggiolini circolavano per le strade. Anche a fronte di un piccola royalty su ogni auto venduta che la Volks Wagen gli attribuisce in cambio della promessa di non progettare mai un’auto concorrente.
Sappiamo bene che Porsche ha preso una strada diversa.
Written by: Andrea Famà
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