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Pop corn del weekend: il coraggio delle good mothers

today5 Maggio 2023

Background
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Ninna ninnaredda” – Le tre sorelle

 Il true crime è arrivato ad appassionare talmente tante persone, che le piattaforme streaming hanno cominciato a dedicare intere sezioni dei loro siti a tragiche storie vere. In quella di Disney + troneggia, ormai da tempo, un grande piccolo capolavoro ambientato in Italia – nonostante il nome fuorviante – : The Good Mothers. Un po’ italiana un po’ americana, diretta da Julian Jarrold ed Elisa Amoruso, vincitrice per la prima volta del Berlinale Series Awards al festival di Berlino, è forse l’unica serie sulla criminalità organizzata che da pieno spazio alle donne e al loro incredibile coraggio.

good mothers
Lea Garofalo e Denise Cosco, interpretate da Michela Ramazzotti e Gaia Girace, ph. credits @betaseries da Instagram

Multa per il nome?

 Il nome in inglese riprende il titolo di un libro del reporter anglosassone Alex Perry.

“In tempi di #metoo, la storia delle donne che sfidano la ‘ndrangheta mi sembrava molto interessante”. Alex Perry

 Libro e serie ripercorrono, infatti, le vicende delle prime donne di ‘ndrangheta pentite, che hanno intrapreso un percorso di collaborazione con la giustizia e hanno portato all’arresto dei grandi boss calabresi. Tre madri martoriate, psicologicamente e fisicamente, dai mariti e dai padri; un sostituto procuratore donna con una tecnica anticonvenzionale; una figlia in cerca della madre scomparsa –forse morta – in circostanze misteriose. I loro nomi sono: Lea Garofalo, Giuseppina Pesce, Maria Concetta Cacciola; Anna Colace e Denise Cosco.

Madri stanche

 Sono good mothers perché è il loro amore per i figli che le porta a ribellarsi: l’idea di vedere le loro figlie sposate, neanche maggiorenni, con chissà chi, così come hanno fatto loro, o di vedere i loro figli uccidere qualcuno sotto comando del padre, le fa rabbrividire. Questa l’immagine che restituisce la serie: donne attaccate anche solo alla speranza che non sia troppo tardi per vivere e far vivere ai loro figli una vita diversa.

“Non ho mai avuto affetto né amore da nessuno, sono nata nella sfortuna e ci morirò. Ma oggi ho una speranza, una ragione per andare avanti, che si chiama Denise ed è mia figlia”.-Lea Garofalo

Lea Garofalo venne uccisa in una casa di Milano il 24 novembre 2009. Maria Concetta Cacciola venne trovata esanime nella casa di famiglia, poco dopo essere entrata nel programma dei testimoni di giustizia. L’unica delle tre madri ancora viva è Giuseppina Pesce, non in linea con la narrazione di Disney +.

Narrazioni indifendibili

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Giuseppina Pesce, interpretata da Valentina Bellè, in carcere, ph. credits @disneyplusit da Instagram

 A detta della stessa legale, Michela Scafetta, le operazioni di difesa della signora Pesce non punterebbero più alla sua pericolosa e potente famiglia mafiosa, ma ai legali della piattaforma streaming. Gli autori non si sarebbero, infatti, limitati ad utilizzare le informazioni estrapolate dalla testimone senza il suo consenso, ma avrebbero anche dipinto il patriarca della famiglia come un uomo violento e dispotico, aggettivi contrari a come lo descrive la figlia: “amorevole, un punto fermo”. Per questi, ovvi, motivi, Giuseppina si dissocia anche dall’immagine che viene data di sé nei primi tre episodi della serie, prima dell’arresto del 2010. Non esattamente la mamma e la moglie remissiva che ci si aspetterebbe da una famiglia rispettabile come la sua: meglio.

Allora chiedo scusa: non è proprio tutto vero. Quasi. Ma la verità si nasconde in quelle porte chiuse oltre le quali accade ogni tipo di violenza indicibile che, anche se non si vede, annoda lo stomaco. Quella non l’ha ancora smentita nessuno.

Written by: Alice Franceschi

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