Se è vero che “non si inventa niente”, allora quanto è stato appena riportato alla luce nel parco archeologico di Pompei non fa che fornire un ulteriore esempio di quanto calzante sia questo detto: ad occhio e croce, infatti, i fast food non sono affatto un’invenzione della seconda metà del Novecento, bensì di 2000 anni fa!
Le differenze che intercorrono tra i locali odierni e i thermopolia -così si chiamavano nella tradizione romana- non sono poi così tante: analogamente a quanto farebbe oggi una famigliola felice da McDonald’s o da Burger King, anche i clienti pompeiani usavano acquistare, spesso e volentieri, cibi a portar via da consumare nella propria abitazione o direttamente sul posto, per poi tornare alle occupazioni della loro quotidianità.
Le prove delle antichissime origini di questa usanza, per lungo tempo rivendicata da noi uomini immersi in piena età Contemporanea, sono davvero inconfutabili: un dipinto, infatti, raffigura uno schiavo intento a cucinare un buon pasto caldo da asporto, mentre una Nereide lo attende impugnando una cetra.
Insomma, dopo il ritrovamento del suggestivo affresco di Narciso e della splendida stanza di Leida, Pompei continua imperterrita a sorprenderci, mostrando le tracce inconfondibili di quanto lontana, eppure straordinariamente vicina a noi per un’infinità di aspetti, fosse la vita dei nostri antenati.
Post comments (0)