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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Paint it Black” – Rolling Stones.
Come nascono i film spettacolari che vediamo al cinema? Da grandi capolavori o da idee geniali, tenderemmo a rispondere.
Ma chi lo ha detto?
Nella storia della cinematografia mondiale, i modi di creazione delle sceneggiature che hanno fatto grande il cinema, sono stati sempre più disparati. Romanzi, storie di vita vera, episodi assurdi e chi più ne ha più ne metta.
La settima arte può prendere spunto da tutto.
E così, da un breve romanzo può nascere un capolavoro.
Nato per uccidere di Gustav Hasford.
Gustav chi? Nato che?
Immagino la vostra reazione a leggere il nome di questo romanzo e del suo romanziere.
Immaginate la mia? Identica alla vostra.
È normale che spesso uno spettatore resti incantato dalla storia del film e non vada a ricercare l’origine. Per quello ci sono i cinefili. Molti si godono l’attimo filmico e la creazione del film stesso. Che diventa una storia a sé. Come quella di Full Metal Jacket.
Difatti Kubrick rimase colpito da un componimento che si prestava funzionale alla creazione del suo film.
Lo trovava un libro breve e ben scritto in modo molto conciso. Infatti il modo di scrivere di Hasford non era quello di un romanziere ma quello di qualcuno che aveva vissuto tutto quello che diceva. Era un ex marine e corrispondente della guerra del Vietnam. E conquistò il regista perché nella narrazione lasciava fuori tutte quelle scene ritenute obbligatorie di costruzione del personaggio. Quello che lo stesso Kubrick odiava:
… tutta quella robaccia che viene inserita in modo arbitrario nelle storie di guerra.
Se cerchiamo nel romanzo tutte le scene, notiamo che la prima parte, Lo spirito della Baionetta, ha ispirato fortemente la sceneggiatura di questo capolavoro. Quasi come fosse un’opera a sé, un breve componimento di meno di 100 pagine che racchiude tutto lo spirito del film, dal Sergente Hartman all’addestramento dei protagonisti, al suicidio del soldato Palla di lardo.
E tutto il resto?
Kubrick, lo sceneggiatore Herr e lo stesso Hasford lavorarono per fondere le altre parti del romanzo e creare una sceneggiatura che fosse filmabile, il racconto della guerra conservandone l’essenza della verità.
Una sera come tante di un giorno indefinito di un anno incalcolabile come ce ne sono troppi. Stancamente dopo ore di lavoro ti trascini su un divano e accendi la tv solo per compagnia. Mi accoglie un sempreverde Gerry Scotti che presenta una domanda ad un concorrente.
In un attimo mi cattura l’attenzione per via di un interrogativo particolare sulla settima arte. Si chiede quale grande film sia tratto da un breve romanzo di meno di 100 pagine. I titoli sono grandi capolavori tra cui spicca Full Metal Jacket. Il concorrente ha finito gli aiuti, prova a rispondere cercando di ragionare, ma decide di fermarsi. Poi pensa che un cult come quello non poteva essere ispirato da un “breve e conciso romanzo”.
E invece era proprio Full Metal Jacket e la sua storia ve l’ho raccontata.
E’ già è proprio così. Anche Chi vuol essere miliardario può far nascere una scintilla di curiosità. Forse come Kubrick, da questo aneddoto che mi catturò l’attenzione e che vi ho raccontato, posso farne anche io un film?
Che ne dite?
Alla prossima PilCool!
Written by: Gianluca Lombardi
Tempo di lettura 3 minuti
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