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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Alla Gioia (Ode to Joy)” – Andrea Bocelli.
Facciamo un gioco! Associamo tre parole a… Ludwig Van Beethoven.
Quali sono i termini che ci vengono subito alla mente? E se vi dicessi caos, “fortuna” e Napoleone?
Sicuramente in molti corrucceranno la fronte inarcando le ciglia a queste parole. Non erano più semplici parole più classiche come musica, sordo e gioia?
Certamente! Perché il grande compositore tedesco Beethoven è passato alla storia per aver composto la sua spettacolare musica classica da sordo e, tra le sue immense composizioni sinfoniche, spicca l’Inno alla Gioia, tratta dalla Nona Sinfonia, tutt’ora inno dell’Unione Europea.
Semplice no? Ma non per Pil Cool!
Con il mio savoir faire un po’ irriverente vi propongo qualche aneddoto particolare per raccontare la sua vita.
Nel corso della sua vita scrisse una delle sue Sinfonie più belle (la terza, detta l’Eroica) dedicate al noto condottiero francese per l’ammirazione circa le politiche che attuò da primo console. Ma ben presto, dopo l’incoronazione di Bonaparte a imperatore -fatto che egli considerava un tradimento degli ideali repubblicani- il musicista strappò per sdegno il frontespizio dell’opera con la dedica per sottolineare la sua delusione.
Se Beethoven fosse nato ai giorni d’oggi, questo forte atto di rivendicazione delle proprie idee sicuramente gli sarebbe valso una grande fortuna, soprattutto sui social. Ma la “fortuna” di cui vogliamo parlare, beh è sicuramente un’altra.
In quell’epoca ci furono importanti cambiamenti nella vita musicale europea, ma soprattutto avvenne un radicale mutamento della valutazione sociale e intellettuale del mestiere di musicista.
Ma pochi sanno che proprio questo portò il mondo dei compositori, tra cui anche Beethoven, a servirsi di espedienti compositivi ben diversi per conquistare il loro pubblico ed essere ricordati e celebrati. Alcuni di questi espedienti erano poco ortodossi. Per esempio alcuni di loro creavano spartiti in tiratura limitata o si accaparravano le stesse copie in mercato per farne accrescere il valore economico e di conseguenza quello artistico.
Più che fortuna, quel pizzico di furbizia che non guasta!
Difatti pare che il difetto più grave di Beethoven fosse il disordine estremo.
Possibile mai che uno degli artisti più sensazionali della storia, colui che ha miscelato in “ordine” le note per creare le Sinfonie più belle del mondo, amasse vivere nel caos?
Per Beethoven il disordine e il caos erano una necessità. Tra le stranezze più particolari quella di non trovare tranquillità in qualsiasi casa che cambiava ripetutamente, talvolta arrivando anche ad affittare quattro case contemporaneamente senza abitarne alcuna.
Stranezze da grandi artisti.
Non ci resta allora che ringraziare queste tre parole perché è grazie a loro che oggi possiamo ancora ascoltare la note di uno dei più grandi musicisti del tempo che, con la sua musica, continua ad influenzare il repertorio musicale dei giorni d’oggi.
Written by: Gianluca Lombardi
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