Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Solsbury Hill” – Peter Gabriel
Cantante e co-fondatore dei Genesis, Peter Gabriel è stata una figura fondamentale nel panorama musicale dagli settanta fino ai primi anni del duemila.
Dopo aver lasciato i Genesis nel 75’, sostituito dal batterista e cantante Phil Collins, Peter Gabriel inizia un percorso fatto di ricerche musicali e esperimenti. Tematiche forti, videoclip particolari e sonorità alternative, il percorso di Peter Gabriel è costellato di rivoluzioni in campo musicale che hanno pochi precedenti. Nonostante, infatti, le prime produzioni presentino ancora contaminazioni dai Genesis, con l’album Peter Gabriel, uscito nel 1982, l’artista si distacca dai canoni del Rock progressivo per passare a sonorità più ricercate: dal Pop al Rock, fino a suoni più particolari che trovano le loro radici nella musica etnica, genere che si colloca al di fuori di tutti i canoni della musica occidentale.
Solsbury Hill
La canzone fa parte del primo album da solista di Peter Gabriel, che, essendo senza nome, venne catalogato convenzionalmente come Peter Gabriel 1. Venne pubblicato il 25 febbraio del 1977, due anni dopo la sua uscita dai Genesis e il brano si impone subito come un inno alla libertà. Il titolo del brano prende il nome dalla famosa collina su cui, secondo alcuni, si sarebbe tenuta la battaglia del Monte Badon. In questa battaglia, attorno al 496, i britanni guidati da Re Artù avrebbero sconfitto le truppe sassoni. Un’ambientazione sicuramente evocativa da cui Peter Gabriel prende ispirazione per scrivere un pezzo che parla di come sia difficile uscire dalla routine, essere davvero liberi. Nella canzone risuonano frasi come When illusion spin her net: quando l’illusione tesse la sua trama e When I think that i am free: quando penso di essere libero che accentuano questa sorta di prigionia in cui il protagonista si trova vincolato, una prigione invisibile fatta di etichette e pensieri ossessivi da cui sembra impossibile uscire. La canzone termina proprio con la liberazione, in cui il protagonista esce dagli schemi. I will show another me e cioè mostrerò un altro me stesso, canta verso la fine.
Sledgehammer
Brano dalle influenze Funk, Soul e Dance Rock, fa parte del quarto album di Peter Gabriel, So, del 1986. Con quest’album Gabriel raggiunge fama internazionale, distinguendosi per il suo impegno pubblico e sociale in favore del Terzo Mondo nonché per i suoi singolari videoclip. Sledgehammer non fa distinzioni. Scritta, composta e interpretata da Peter Gabriel stesso, il testo del brano evoca una sensualità che si discosta molto dalle atmosfere dei Genesis, anche e soprattutto in fatto di sonorità. A proposito del brano, infatti, Peter Gabriel dirà: “A volte il sesso può rompere le barriere quando altre forme di comunicazione non funzionano troppo bene”. Non solo i testi e la musica, ma anche il video della canzone presenta delle peculiarità. Diretto da Stephen R. Johnson, comprende diverse sequenze realizzate in argilla e animate in stop-motion. Il brano vanta anche la collaborazione di due grandi musicisti: il batterista Manu Katché e il tastierista Daniel Lanois. Il primo ha suonato per molti artisti italiani, quali Pino Daniele e Claudio Baglioni. Il secondo invece vanta nel suo curriculum collaborazioni con Bob Dylan, U2, Brian Eno e Neil Young.
Don’t Give Up
Altro brano tratto dall’album So è Don’t Give Up e vede la partecipazione di una grande cantante britannica come Kate Bush.
Kate Bush
Di genere Art Pop, la canzone parla di un uomo sopraffatto dal sistema economico. Il brano però è un incentivo a non mollare. Proprio in questo frangente ci viene in aiuto la voce di Kate Bush, che nel ritornello canta un insistente Don’t Give Up e cioè non ti arrendere, come a spronarci ad andare avanti, perché al nostro fianco abbiamo persone disposte a sostenerci durante i momenti difficili della vita. Per questa canzone erano stati creati due videoclip, anch’essi molto particolari. Il primo vedeva i due cantanti abbracciarsi, sullo sfondo di un sole che emerge dopo un eclissi totale, a sottolineare una sorta di rinascita. Il secondo invece mostra i volti dei due che si sovrappongono ad un filmato di una città e delle sue persone in stato di decadenza.
Queste sono solo tre delle molte canzoni con cui Peter Gabriel si è imposto come forte sperimentatore, musicale e non solo. Se volete scoprire di più su questo grande artista, non vi resta che seguire la puntata di Rewind di stasera. Appuntamento alle ore 19.30 su Voicebookradio.com
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