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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Parole in circolo” – Marco Mengoni
Molti sono rimasti nella Storia come grandi eroi. Statisti, artisti, dedicando la vita e tutti i loro sforzi a lasciare un segno. Ma c’è anche chi ci è riuscito per vie traverse: come al solito parliamo di parole. Ma di quelle che vengono dal nome o cognome di una persona, i deonomastici!
Certo, la deonomastica riguarda tutti i nomi propri, anche geografici. Ma oggi ci concentriamo sulle parole -alcune molto comuni- che magari non sapevamo venire da persone rimaste nella storia ma. A volte, paradossalmente sconosciute. O almeno, fra alcune delle parole di oggi, a me mancava la “persona dietro la parola”.
Luculliano
Roma non è l’Italia ma quasi. Infatti il gusto del mangiare lo avevano anche i Romani. Uno in particolare pareva averlo più degli altri: Lucio Licinio Lucullo era famoso già ai suoi tempi per organizzare i banchetti più ricchi e sfarzosi. Tanto da restare nella storia! Oggi usiamo questa parola per descrivere un pasto o un banchetto esagerato.
Falcidia/Falcidiare
I Romani lasciarono il segno anche nel diritto: Caius Falcidius, tribuno della plebe, ha dato alla storia la Lex Falcidia, che disponeva una forte detrazione patrimoniale. Legò così per sempre il suo nome all’idea di “forte riduzione”. Poi applicata anche all’ambito militare, dove falcidiare vuol dire sterminare, fare una strage… io credevo venisse da falciare!
Ma una cosa che attribuiamo erroneamente ad un celebre personaggio Romano, Giulio Cesare, è il parto cesareo! Cesare non nacque con quell’operazione chirurgica, che deve il nome al verbo latino caedere, tagliare, da cui la Lex Cesarea –molto precedente a Cesare-.
L’obbligo di estrarre il feto dalle partorienti decedute, tentando di salvarlo. Ma due paesi stranieri devono al generale due termini importantissimi: da Caesar infatti derivano il tedesco Kaiser ed il russo Zar (Caesar>C’sar>Zar), l’appellativo imperiale dei due paesi.
Algoritmo
Lasciamo l’età antica per una cosa vitale per il mondo attuale e l’intelligenza artificiale: l’algoritmo!
Per sapere a chi deve il nome questo procedimento andiamo solo pochi secoli avanti. In Corasmia, nell’attuale Iran. Lì il matematico Al-Khwaritzmi nacque nel 780 e svolse i suoi studi, inventando anche l’Algebra!
Carpaccio
La prossima parola, che fa parte anche lei dei deonomastici, chiarisce l’importanza del cibo e dell’arte in Italia. Incontriamo il veneziano Vittore Carpaccio. Ma questo pittore del 1465 non assaggiò mai il celebre piatto: fu solo nel 1963 che Giuseppe Cipriani, proprietario dell’Harry’s Bar di Venezia, lo inventò per una mostra dedicata all’artista.
Lapalissiano
Andiamo ora a Pavia, dove nel 1525 trovò la morte in battaglia Monsieur Jacques de La Palice. Il nobile fu valoroso in vita ed i suoi uomini scrissero l’epitaffio “Ci-gît Monsieur de La Palice. Si il n’était pas mort, il ferait encore envie”. Cioè “Qui giace il signore de La Palice. Se non fosse morto, farebbe ancora invidia”. Ma nella grafia dell’epoca le lettere f ed s erano simili e venne letta “il serait” – sarebbe, anziché farebbe – mentre “envie” fu confuso con “en vie”, cioè in vita.
La frase sembrava quindi “Se non fosse morto sarebbe ancora in vita”: così il suo nome fu per sempre sinonimo di ovvietà.
Silhouette
Chiudiamo con i deonomastici a Parigi, dove, a metà del 1700 spopolavano dei ritratti super economici. Si ritagliava da un foglio l’ombra del soggetto, posto di profilo. Siccome nello stesso periodo il ministro delle finanze di Luigi XV, Etienne de Silhouette, divenne impopolare fra i ricchi per pesanti tasse sulla ricchezza -su porte e finestre, beni di lusso, servitù, ecc-. Il suo nome venne associato alle cose misere e da poveri, come appunto questi ritratti o anche dei pantaloni senza tasche per il denaro, detti “a la Silhouette”.
Coi deonomastici si può riempire un libro, uno in particolare: il Deonomasticon Italicum, ma non l’ho scritto io. La mia umile lista invece prosegue mercoledì prossimo con qualche altro personaggio che verrà ricordato per sempre, suo mal grado in qualche caso.
Written by: Emiliano Venanzini
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