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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Never Ending Story” – Limahl
Ci sono alcune scuole in cui è più difficile imbattersi, per… varie ragioni.
Perciò, per celebrare l’inizio delle scuole – Università escluse -, mi sembra giusto parlarvene; però lo farò gradualmente, così che le informazioni non siano superficiali.
Colgo l’occasione di aver assistito al suo open day, a Torino, per iniziare parlandovi della Scuola Holden. Si tratta di una scuola privata, ovvero di un istituto che non gode di pubbliche sovvenzioni, ma che offre corsi sia a pagamento sia gratuiti e, in genere, si propone per insegnare a persone maggiorenni. –Ma ci sono sempre le eccezioni, quindi leggete bene la descrizione del corso!-
Non vi ho ancora detto cosa si studia, vero? La risposta è più semplice di quanto possiate immaginare: narrazione. Che poi questa avvenga tramite parole scritte o pronunciate, disegni, fotografie o video non importa.
Potrei raccontarvi la storia o come adesso viva e sia di proprietà dei quattro soci – Carlo Feltrinelli, Alessandro Baricco, Oscar Farinetti ed Andrea Guerra; se siete curiosi- …ma potete benissimo trovare queste informazioni sul suo sito internet. Perciò lasciate che vi racconti dei suoi ambienti e del clima che li abita.
L’attuale edificio è un’ex fabbrica di bombe, ora, ovviamente, rinnovata per essere una scuola e la sua struttura esterna si sposa, stranamente, con quella interna, molto più moderna. A mio parere ciò coincide con il contrasto tra la stessa Holden e il mondo esterno: varcarne l’ingresso equivale entrare ad un universo parallelo. Il cortile è spazioso e pieno di tavolini e, come il resto della scuola, ciò favorisce l’utilizzo degli spazi comuni.
Sul lato sinistro del piano terra ci sono tre grandi e spaziose aule, mentre su quello destro, prima delle aule, c’è un corridoio suddiviso in sale, caratterizzato da murales riferenti al mito dell’Orsa Maggiore su un caloroso sfondo arancione. Per arrivare al piano di sopra, bisogna salire una scalinata che ci trasporta in un’altra dimensione ancora, dove svetta il motto della Holden.
Al piano di sopra, c’è la stessa divisione di ambienti dal lato destro, dove il corridoio, questa volta, mostra delle bellissime mappe distorte; mentre invece dall’altro lato ci sono delle aule vetrate, molto diverse da quelle che potremmo immaginare. A collegare le due ali dell’edificio, ci sono i corridoi, che, al piano di sopra, ospitano altre aule e il bar, con balcone annesso.
I corridoi della Holden, sabato 10 settembre, pullulavano di visitatori e di guide; e di persone reduci dai test di quella mattina. L’aria era frizzante della curiosità dei visitatori e accaldata sia dall’estate, che ancora non scemava, sia dall’eccitazione degli studenti, che si riunivano in gruppi e consultavano chi era più avanti nel percorso. Non era raro vedere gruppi ai tavolini o seduti per terra, a leggere, scambiarsi brani o parlare con i professori.
Veramente un bel contrasto con il mondo esterno e si percepisce, in maniera quasi tangibile, come molte persone, tra quelle mura, abbiano trovato la loro “tribù“.
Written by: Aurora Vendittelli
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