Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano: “Skyfall – Adele”
13 Ottobre, ore 20.00.
Per tutto il resto dell’umanità, una pigra, prevedibile domenica come tante; per una cospicua fetta dei gamer più incalliti, invece, una data epocale: il giorno in cui il successo planetario Fortnite è collassato. Letteralmente.
Durante l’evento “The End”, nel corso di una partita apparentemente come tante nella celebre modalità Battle Royale, che vede ogni volta 100 giocatori sfidarsi sul campo di battaglia finché non ne rimane uno solo, dei razzi partiti dall’isola durante i combattimenti sono finiti in un’area dove è precipitato un meteorite, il cui impatto ha sbalzato gli avatar di ogni player fuori dall’arena di gioco, rendendoli inermi testimoni dell’irreparabile.
Dall’altroieri centinaia di milioni di persone fissano attonite un buco nero virtuale, quello che potete osservare nell’immagine di apertura di questo articolo: la celebre isola dove il gioco entrava nel vivo fino a due giorni fa è stata ora risucchiata da questo misterioso vortice nero, concludendo la decima stagione del gioco online più popolare del momento con un pianeta di individui colti da panico, dubbi, perplessità, e persino ossessione.
Non è infatti un mistero che in molti, divorati dalla curiosità (anche perché la Epic Games ha contestualmente eliminato tutti i suoi precedenti tweet) nonché desiderosi di trovare una soluzione per poter tornare a giocare, abbiano inserito il codice Konami (spesso usato per inserire certi trucchi), sbloccato un minigioco avente la medesima, desolante ambientazione, e passato la notte a decifrare la stringa numerica scaturita gradualmente dal buco nero per estrapolarne il messaggio, nella speranza che questo servisse a chiarificare la situazione.
Il lungo testo, del quale non riportiamo che una piccola parte, sostanzialmente asserisce che:
Ciò che i sette di noi stanno tentando è molto rischioso. Sospetto che non siano i soli a guardarli. Ma deve essere fatto o perdiamo il ponte per sempre.
(…)
Il nulla è ora inevitabile.
Insomma, la situazione è tutt’altro che definita: solo il tempo ci dirà (ma soprattutto lo dirà a questi poveri Fortnite-dipendenti!) quale sarà il destino di quello che, è bene specificarlo, si è trasformato nel giro di poco tempo, piaccia o non piaccia, in un fenomeno culturale del quale si discute anche in ambienti lontani dall’adrenalinico, instabile mondo dei gamer.
brano consigliato durante la lettura: “Kiss the Rain - Yiruma” Canova. Eterna bellezza, così è intitolata la mostra, una delle più importanti e attese di questo periodo, che dal 9 ottobre 2019 al 15 marzo 2020 animerà le sale del Museo di Roma in Palazzo Braschi, e che permetterà un viaggio tra le opere e la vita di Antonio Canova, possibile grazie al contributo di Accademie italiane ed importanti musei, […]
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