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Cinema e TV

Perché guardare Evangelion

today22 Giugno 2019

Background
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Adesso che Neon Genesis Evangelion (e i due film conclusivi, Evangelion: Death(true)² e The End of Evangelion) sono finalmente sbarcati su Netflix non avete più scusanti: è il momento di dare una possibilità all’anime cult di fine anni ’90 di cui avrete certamente già sentito parlare tra i vostri amici più ‘nerd vecchio stile’.

I punti di forza di questa serie sono svariati: per cominciare, si considera Evangelion padre di un modo tutto nuovo di fare e pensare l’animazione, di ridefinire i cliché ai quali eravamo abituati e di imperniare un “semplice cartone animato” di una profonda vena filosofica.

Ma, invece che addentrarci nella trama di questo drammatico racconto, ambientato in un immaginario 2015, all’epoca ancora molto lontano, restiamo fermi sul nostro percorso e approfondiamo tutte le ragioni per cui la storia di Evangelion merita una chance: mettendo per un momento da parte la curiosità relativa alla trama (che non vi verrà volutamente rivelata!), è bene sapere che quest’anime non ha avuto vita facile, e se si è rialzato laddove l’industria d’animazione giapponese era in crisi è stato solo per l’elevata qualità dei contenuti, sia a livello grafico sia narrativo.

Qualità che, prodotta da un piccolo e all’epoca anonimo studio indipendente di nome Gainax, ha fruttato un numero di vendite in home video doppio rispetto alle serie nipponiche più in voga in quegli anni, consentendo dunque un numero di introiti sufficiente per autofinanziarsi e riprendere da dove Evengelion era stata costretta ad interrompere, vale a dire al ventiseiesimo episodio.

Insomma, una storia abbastanza convincente da tirare un potente smacco all’industria televisiva attraverso la capacità di adattamento e la sperimentazione, due doti che in poco tempo sarebbero state imitate da decine di altri studi d’animazione, dando vita ad una vera e propria rivoluzione culturale, quella del periodo d’oro delle serie giapponesi.

E ricordiamoci che tutto era partito da un semplice “cartone con dei pupazzetti in tutine colorate”.

Del resto, non ci si sarebbe potuti aspettare di meno da Hideaki Anno, creatore e regista della serie nonché pupillo prediletto del grande Hayao Miyazaki.

Allora, sono premesse abbastanza convincenti per farvi digitare ‘e-v-a-n-g-e-l-i-o-n’ sulla tastiera?

Written by: Veronica Di Sero

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