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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “I Want to Write You a Song” – One Direction
Nella nostra vita di tutti i giorni, spesso nemmeno ci accorgiamo che ci sono degli oggetti che ci fanno compagnia fin dai primi anni sui banchi di scuola. Sì, perché dalla prima elementare, se ci pensate bene, è cambiato tutto: compagni, amici, scuola, orari, carico di compiti – quest’ultima cosa la sento in modo particolare -… Eppure, abbiamo due compagne fisse che ci accompagnano fin dall’alba dei tempi, che hanno sempre avuto un posto nel nostro astuccio, ma soprattutto nel nostro cuore: penne e matite. Loro ne hanno viste davvero di tutti i colori: da quando spezzavamo le matite per gioco alle elementari – ed eravamo troppo piccoli per renderci conto di quello spreco – a quando, ancora oggi, mordicchiamo il tappo della penna per l’ansia pre – verifica. Insomma, penne e matite ci conoscono meglio di quanto noi conosciamo noi stessi, perciò noi non possiamo essere da meno. Dobbiamo scovare tutte quelle particolarità a cui non avevamo mai pensato, che le rendono uniche!
La BIC è quella penna che tutti noi abbiamo utilizzato. È quella cara amica con cui abbiamo mosso i nostri primi passi, anzi, le nostre prime lettere. Probabilmente, troppo concentrati sul suo scopo, non ci eravamo mai soffermati su quei piccoli dettagli che la contraddistinguono. Prima di tutto, vi siete mai chiesti perché è presente un piccolo buco sul tubo di plastica?
Ebbene, non è messo lì casualmente, o perché qualche vostro compagno di classe si è divertito a rompervela. In realtà, questo piccolo accorgimento è necessario per regolare la pressione interna. Infatti, senza di esso, un minimo cambiamento tra pressione esterna e interna causerebbe la fuoriuscita dell’inchiostro o il malfunzionamento dello strumento. Apparentemente banale, ma utilissimo. Inoltre, se siete degli osservatori attenti, avrete notato che la penna BIC non è perfettamente cilindrica, ma ha una forma esagonale. Anche questa scelta non è casuale, ma anzi è estremamente vantaggiosa. Questa forma le rende più facili da impilare – durante il processo di produzione- e da impugnare. Ma soprattutto, non rotolano come quelle cilindriche – rincorrere per tutta la casa una penna che ti è caduta non è proprio il massimo!-
Tra penne e matite, le matite sono sempre state le mie preferite. Il tratto della penna, infatti, non va via e l’unico modo per cancellarlo è il bianchetto, che lascia chiazze che stonano con tutto il resto. Per la matita, invece, basta avere una gomma a portata di mano per cancellare ogni errore senza lasciare traccia. Con la matita, si è liberi di sbagliare quante volte si vuole, avendo sempre una seconda possibilità. E questo fatto, a scuola come nella vita, è una grande opportunità. Ma al di là del significato poetico della matite, parliamo della loro efficacia. Sono in grado di scrivere mediamente 45mila parole – la storia di una vita intera – e potrebbero tracciare una linea di ben 56 km – non provateci a casa, credetemi sulla parola -. Ma le sorprese non finiscono qua: ricordate quando a scuola dovevate sottolineare di giallo ma la matita si stemperava sempre?
Beh, qualcuno ha trovato una soluzione! La matita gialla più grande del mondo, infatti, è alta 7,91 m e pesa più di 446 kg. Degna di chiamarsi matita!
Sicuramente, ora abbiamo una panoramica più completa sulla vita segreta di queste simpatiche compagne di scuola e non solo. Per omaggiarle al meglio, usiamo la licenza poetica e dedichiamo loro una rima:
“A voi che siete presenti in tutte le vite, grazie di tutto, penne e amtite!”
Written by: Benedetta Bini
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