Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Cerniera Zip” – Alessio Bondì
Avete presente quell’amico che tende a fare sempre tutto perfettamente architettato e costruito? E quello che invece semplifica al massimo qualsiasi cosa?
Ognuno è fatto a modo proprio.
Anche le lingue possono creare vie più complicate o scegliere soluzioni più immediate per indicare una certa cosa.
Per fare un esempio, ecco diverse strade per indicare quelle strisce fatte di dentini di metallo che servono a chiudere pezzi di materiale: le zip.
In particolare, delle varie zip parleranno invece oggi i nostri speaker. Non perdeteteveli.
Noi parliamo invece dell’origine della parola inglese zip: è semplicemente l’imitazione del suono della chiusura di una cerniera. “Zip”. Qualcosa di veloce e istantaneo. Non a caso è questa l’onomatopea dei movimenti veloci anche nei fumetti.
Delle parole che imitano i suoni abbiamo già parlato nello scorso articolo, perciò abbandoniamo la versione inglese per soffermarci su altre, molto diverse.
L’italiano per esempio utilizza la parola cerniera, prendendola dal termine francese charnière, che deriva a sua volta dal latino cardinaria – “formata da due cardini, perni stabili”
Un altro termine italiano molto intelligente è: chiusura-lampo, che indica che “si chiude in un lampo”. Questa è la semplice spiegazione del concetto unendo in un vocabolo parole semplici e comuni, un po’ come nel caso di Galileo che nel ‘600 immise nozioni nuove e complicate in termini semplici come “macchie solari”.
Dunque: si può esprimere questo concetto con l’imitazione del suono della chiusura, il ricorso al latino con il concetto di due cardini, o la creazione di una parola specifica per la “chiusura veloce”.
Tante strade ma un unico traguardo: comunicare qualcosa di specifico alle altre persone.
Alla prossima parola!
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