parole, parole, parole: ciao
Scritto da Leonardo Musio il 2 Ottobre 2020
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Ciao uomo” – Antonello Venditti
Ciao a tutti e bentornati alla nostra rubrica, oggi parliamo di una parola che forse, solo forse, conoscerete.
Questo vocabolo è proprio quello con cui abbiamo aperto l’articolo di oggi e con cui iniziamo molte delle nostre conversazioni.
L”introduzione con tutto questo hype (con questo termine si intende un grande lancio pubblicitario che crei suspense e interesse) potrebbe risultare ridondante, visto che in realtà abbiamo già rivelato la parola già nel titolo: “ciao“.

Eh sì, perché mai immaginereste qual è la sua origine. Deriva infatti dal latino sclavus, ossia “schiavo”, che in dialetto veneto si è trasformato in “sciao”, e poi in “ciao”.
Sin dal latino sclavus era utilizzato con il significato letterale di “sono il tuo schiavo“, ed era dunque un saluto che esprimeva rispetto e sottomissione.
La cosa interessante è che con il passare del tempo è diventato l’esatto opposto e “Ciao” è entrato così tanto nella quotidianità da perdere il suo originale significato.
A forza di utilizzarlo, è divenuto un semplice saluto che non implica affatto sottomissione ed è usato in contesti assolutamente informali.
Se volete scoprire altre storie dietro alle parole, potete cliccare qui: https://www.voicebookradio.com/parole-parole-parole-raggio-razzo-radio/