Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Ghiribizzo numero 22” – Niccolò Paganini
Bentornati nel nostro appuntamento con la lingua. Oggi incontriamo la parola “ghiribizzo“, che indica un’idea bizzarra e particolare, un capriccio che viene all’improvviso.
Si dice in genere “Mi è venuto il ghiribizzo di…” continuando la frase con un’attività o un’azione interessante, come andare sui go-kart, o leggere un po’ di articoli su voicebookradio.com.
Il vocabolo di oggi ha poi un’origine che è tutta un programma. Ha infatti diverse possibili etimologie, tutte molto creative.
Una è quella secondo cui la parola deriverebbe dal tedesco krebiz, ossia “granchio“. Il granchio è un animale dalla forma e dai movimenti molto stravaganti: krebiz, trasferendosi in italiano nella forma di ghiribizzo, avrebbe assunto direttamente il significato di “cosa bizzarra”, e poi di “idea bizzarra”.
Secondo altri, il nostro termine sarebbe formato dalle parole giro e bizza. La g della parola giro si sarebbe indurita in gh – come avviene ad esempio nel termine ghirigoro. “Bizza”, invece, è un termine che indica un piccolo capriccio. Dunque questa parola significherebbe “fare un giro su un capriccio”.
Per altri la parola è un’alterazione della parola scarabocchio: questa sembra l’ipotesi più realistica, perché sono attestate anche forme intermedie come scarabizzo o schiribizzo, prima del definitivo ghiribizzo con cambio dello sch iniziale in gh.
Dal significato di “scarabocchio” si sarebbe quindi arrivati a quello di “idea bizzarra”, e la parola si sarebbe modificata anche graficamente e foneticamente, per distanziarsi dall’ “originale”: era infatti diventata ormai un’altra parola.
Curiosità: il ghiribizzo nell’arte
Alcuni autori molto famosi hanno usato il nostro termine per parlare di alcune loro opere. Machiavelli, per esempio, aveva definito una delle sue più grandi opere – il Principe – come un semplice “ghiribizzo”, intendendo che la sua opera esprimeva idee che molti potevano reputare strane.
Inoltre il musicista dell’800 Niccolò Paganini, colui a cui ci riferiamo quando usiamo il detto “Paganini non ripete”, aveva intitolato alcune sue piccole composizioni “Ghiribizzi“. Oggi ve ne consigliamo uno nella nostra soundtrack.
Alla prossima parola!
PAOLA on 26 Gennaio 2021
molto carina ed interessante nonna