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Parliamo di dizione, ma parliamo bene!

today19 Luglio 2022

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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Parole in circolo” – Marco Mengoni

Quante volte vi sarà capitato di sentir dire che una buona dialettica e una buona dizione fanno la differenza?

Probabilmente non l’avete mai nemmeno capita del tutto questa cosa. In fondo, se si ha qualcosa di buono da dire, non basta la forza del concetto stesso, no? Ma riflettiamoci bene, perché forse non basta davvero… Forse non è sufficiente ad essere del tutto credibili, convincenti, per arrivare al traguardo in modo limpido, netto e chiaro.

E allora la domanda sorgerà spontanea.

Ma serve davvero?

dizioneFacciamo un esempio pratico. Noi italiani , da sud a nord, siamo accomunati –e differenziati allo stesso tempo– da un’infinità di dialetti. Alcuni dei quali sono delle vere e proprie lingue a parte. Difficile scostarsi, per quasi tutti noi, da un modo di parlare che ci accompagna fin da bambini.

Ma proviamo a immaginare una situazione formale. Un’arringa in tribunale, un colloquio di lavoro, un’interrogazione, un esame. Magari siamo preparatssimi, magari abbiamo studiato tutto nel dettaglio, magari ci sentiamo pronti a “spaccare” e a portare a casa il miglior risultato. Poi, sul più bello, per abitudine, scivoliamo nel nostro dialetto. Oppure “tiriamo furoi dal cilindro ” vocaboli che fanno parte della tradizione del nostro paese, ma nel profondo sud e nel profondo nord non capisce nessuno. In un micro secondo perderemmo l’attenzione di chi ci ascolta e basterebbe tanto poco a smontare un discorso anche sapientemente strutturato.

Tutto questo per dire cosa?

Che sapersi esprimere con una buona voce, dal tono giusto, pacato, deciso e con una corretta dizione è davvero un valore aggiunto importante. Forse non fondamentale, direte voi. Ma contare su queste qualità vi farà guadagnare punti non indifferenti. E sarete una spanna sopra a tutti gli altri. Se non ci credete facciamoci insieme due conti!

Innanzitutto chi vi ascolta “strabuzzerà” gli occhi poiché non è abituato a sentir parlare correttamente le persone. E gli sembrerà di entrare di colpo in uno spot pubblicitario o addirittura dentro un film. Quindi, missione numero uno riuscita. Attenzione agganciata!

dizioneCominciamo a contare i punti?

  • Dopodiché la vostra espressione limpida e chiara incuriosirà i vostri ascoltatori perché non si può negare che sia affascinante ascoltare qualcuno che parla morbidamente, con sicurezza, senza alcuna inflessione. È quasi rassicurante, ci si sente cullati da un senso di neutralità che dà quasi leggerezza. E prenderete automaticamente sicurezza, sarete più decisi, più ampi, più piacevoli nel vostro parlare. Altri punti guadagnati.
  • Senza contare che una corretta dizione si appoggia su una corretta respirazione. Quindi sarà più semplice gestire ansie, preoccupazioni e respiri affannati. Di nuovo altri punti guadagnati.
  • Inoltre lo studio della dizione potrebbe migliorare anche qualche difetto di pronuncia. E’ incredibile in quanti modi si possa “sistemare” ciò che sembra impossibile sistemare. Ulteriori punti guadagnati… avete perso il conto?

Eppure qualcuno…

Però qualcuno, del proprio difetto di pronuncia, ha saputo fare il proprio punto di forza. Gigi Proietti lo racconta meglio di tutti…

Ecco spiegato in breve perché in radio, in TV, in teatro, al cinema riusciamo a metterci all’ascolto senza alcuna fatica. Perché non dobbiamo interpretare nulla, è tutto neutro, lineare, pulito. Nessuna distrazione.

Un mattatore assoluto della perfetta padronanza di voce e linguaggio e sicuramente Paolo Bonolis, conduttore arguto, sagace, divertente con una dizione sempre perfetta che, quando scivola volutamente nel romanesco, è ancora più brillante e incisiva. Guardare il video per credere.

Adesso però le domande le faccio io a voi

Tutti ciò che vi ho raccontato non vi sembra il “vassoio” giusto per servire agli altri ciò che vogliamo dire? 

Non vi sembra forse la struttura migliore che possa sostenere quel famoso concetto importante che tanto avete a cuore?

E allora vale la pena mettersi in gioco e provare anche voi l’esperienza di studiare una dizione fluida e funzionale a ciò che ci serve. E non vale solo per chi lavora nell’ambito della comunicazione, quanto anche per chi ha voglia di farsi capire in modo semplice, diretto, senza fronzoli. Che voi siate un avvocato, uno studente, un medico, un insegnante, o il direttore di un ristorante o di un museo non fa differenza. Saper parlare nel giusto modo e saper usare bene la vostra voce sarà un valore aggiunto che non immaginate nemmeno.

Rule number one!

Una regola però c’è. La dizione non significa parlare in modo innaturale e impostato come se avessimo un palo conficcato nella schiena. Non c’è nulla di finto, bensì tutto scorre fluido, naturale e molto più chiaro. Ma… la userete solo quando vi servirà. Come una freccia da scoccare quando vogliamo dare il meglio o quando la situazione lo richiede. Per il resto viva il nostro dialetto e la spontaneità di tutti i giorni. Tutto chiaro, no?

 

Written by: Redazione

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