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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Last Christmas” – Wham!
Ogni Natale è segnato, in particolare, da un duello : quello tra pandoro e panettone. Al termine del cenone della Vigilia, alla fine del pranzo del 25 e alla merenda per tutte le settimane successive, non può mancare una di queste due prelibatezze. Eppure, non c’è anno in cui non si verifichi questo scontro agguerrito tra i due dolci, ma la verità è che è tutta una questione di gusti – grande scoperta, vero? – . Perciò cercare di stabilire quale dei due sia il migliore è abbastanza impossibile, perché ci sarà sempre qualcuno che avrà da ridire in entrambi i casi. Mi sembra giusto, però, fornire informazioni sia sull’uno che sull’altro, in modo che entrambi i team possano fare le loro constatazioni.
Il Pandoro è una dolce prelibatezza veronese nata ufficialmente nel 1884, quando Domenico Melegatti – vi dice qualcosa? – presentò questo dessert spettacolare al Ministero di Agricoltura e Commercio del Regno d’Italia. Tuttavia, secondo alcuni le prime tracce, anzi, briciole di pandoro si trovano intorno al 1500. Secondo altri ha origine da un’antica ricetta tradizionale veronese: il Levà. Questo dolce lievitato era ricoperto con granella di zucchero e mandorle, ma l’impasto era simile al nostro dolce. Così, Melegatti pensò di togliere la copertura, che poteva ostacolare la lievitazione e aggiunse il burro, che rende il Pandoro magicamente soffice. Pensate che, però, alcuni credono che abbia un antenato ancora più antico: parliamo del panis, realizzato da Vergilius Stephanus Senex con olio, burro e farina, e raccontato da Plinio il Vecchio, nel I secolo d.C.
Di certo, però, non aveva un nome così adatto. Infatti, il Pandoro si chiama così perché, secondo alcuni, veniva abbellito con delle foglie dorate e perciò veniva denominato dai veneti Pan De Oro.
“Capisci di essere cresciuto quando diventi team panettone”
– Alessandro Cartocci
Proprio così, il Panettone è una squisitezza proveniente da Milano, che spesso si tende ad apprezzare in età più avanzata, non si capisce bene per quale strano meccanismo. Bizzarro pensare che ebbe origine proprio da un errore. La Vigilia di Natale, infatti, nella residenza della famiglia Sforza, a Milano, avvenne qualcosa che non doveva accadere: venne bruciato un dolce. Allora, uno sguattero di nome Toni prese in mano la situazione: utilizzò un panetto di lievito e lo lavorò con farina, uova, uvetta canditi e zucchero. E il risultato che ottenne fu un valido antenato del Panettone. Questa non è l’unica leggenda che viene raccontata riguardo alla nascita di questa delizia, ma sicuramente è la più conosciuta. La forma, invece, prese ispirazione dal kulic, un dolce pasquale ortodosso. Angelo Motta, creatore dell’aspetto che conosciamo oggi, decise, inoltre, di aggiungere del burro e di avvolgerlo nella carta paglia. E da lì, divenne come lo vediamo sulle nostre tavole.
Questo dolce è veramente incredibile, fa sentire moltissimo l’atmosfera natalizia e ho appena scoperto che esiste un vero e proprio galateo che spiega come va mangiato: nel caso non sia accompagnato da creme, ci si può servire con le mani, tenendolo con la sinistra e staccando piccoli pezzetti con la destra. Se è accompagnato da creme, invece, occorreranno cucchiaino e forchetta da dolce. Ma insomma, al di là di questo, a Natale si è in famiglia, perciò assaporate come preferite!
Inoltre, non ci crederete, ma esistono delle versioni veramente originali del panettone, che forse per i tradizionalisti amanti di quello classico potranno risultare un po’ sacrileghe. Un esempio più che calzante è il cosiddetto Pancaponata, ripieno di melanzane, pomodori secchi, olio, aglio e coperto da peperoncino e origano. Ecco, possiamo dire che si tratta di una rivisitazione… piuttosto unica nel suo genere!
Ora, di sicuro avrete una panoramica più completa riguardo entrambe le fazioni, ed in base alle vostre preferenze potrete decidere da che parte schierarvi. L’importante, però, sarà godersi al meglio queste feste, usufruendo anche di queste delizie, che di certo contribuiranno!
Scritto da: Benedetta, 3G
Written by: Aurora Vendittelli
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